Fertilità maschile, anche lui ha un orologio biologico

Fertilità maschile, anche lui ha un orologio biologico
Fertilità maschile, anche lui ha un orologio biologico

Si fa un gran parlare di orologio biologico femminile, ma anche l’uomo ne ha uno suo. Col passare degli anni, infatti, diminuisce la capacità riproduttiva maschile. Tra le cause principali: infezioni trascurate, inquinamento, alimentazione errata e stress. Lo hanno rivelato gli specialisti del centro di Medicina della riproduzione ProCrea.

Esiste un fattore età maschile. – Ha spiegato Cesare Taccani, medico specialista in Medicina della riproduzione del centro di procreazione assistita ProCrea di Lugano – La fertilità di un venticinquenne non è uguale a quella di un uomo di 50 anni. E questo influisce molto quando la coppia cerca un figlio in età adulta; soprattutto oggi, quando anche gli uomini tendono a rinviare la data della paternità anteponendo studio e lavoro‘. Una tendenza confermata dall’esperienza di ProCrea, dove l’età media dei pazienti è di quasi 40 anni.

La fertilità maschile, pur essendo più longeva rispetto a quella femminile, è anch’essa influenzata negativamente da fattori esterni e interni: infezioni trascurate, l’iperstrogenismo alimentare e ambientale, lo stress e persino l’uso del cellulare diminuiscono le capacità riproduttive dell’uomo.
Fino a una ventina di anni fa, in caso di infertilità di coppia ci si concentrava prettamente sullo stato di salute riproduttiva della donna, mentre oggi a finire subito sotto esame è anche l’uomo -prosegue Taccani-. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità le cause sono distribuite equamente tra uomo e donna: mentre esiste ancora un 10 per cento che si definisce idiopatico, ossia senza nessuna causa apparente. Nelle nostre statistiche, questa suddivisione è leggermente diversa: in Procrea registriamo infatti maggiori problematiche maschili‘.
Nonostante, quindi, dal punto di vista genetico la maggior parte dei problemi riproduttivi legati all’età siano da imputarsi alla donna, ‘è ormai stato scientificamente provato che anche nello sperma si accumulano mutazioni genetiche con il passare del tempo -sottolinea il medico-. Sindromi monogeniche quali l’acondroplasia o la sindrome di Apert sono infatti molto più frequenti nei bambini nati da papà più anziani‘.
La fecondazione assistita può essere una soluzione a questi problemi. ‘Persino uomini considerati un tempo assolutamente sterili possono diventare padri, recuperando gli spermatozoi direttamente dal testicolo e iniettandoli all’interno della cellula uovo. – Ha spiegato il Professore – Solamente nel 3% delle coppie infertili vi è una condizione di azoospermia, per cui è necessario ricorrere alla fecondazione eterologa mediante donazione di spermatozoi‘.

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