Legge 194: l’aborto in Italia è a rischio, la Rete si mobilita

Aborto in Italia
Aborto in Italia

Torniamo nuovamente a parlare di aborto in Italia e di legge 194 e non lo faremo mai abbastanza. La legge che regola l’aborto nel nostro paese è a rischio e sono numerose le minacce che arrivano non solo dalla Chiesa. Abbiamo parlato di quanto siano pochi i medici che praticano l’aborto rispetto agli obiettori, che aumentano sempre di più, emarginando i medici abortisti, oggi poi arriva una notizia importante, un giudice di Spoleto ha chiesto alla Corte Costituzionale di valutare la legittimità costituzionale di parte della legge 194, questo potrebbe mettere a dura prova il diritto che oggi hanno le donne di abortire.

La parola d’ordine negli ultimi giorni in rete è: #save194. Su Twitter, su Facebook e su tutti i social network più importanti si scende in campo per parlare del fatto che la legge 194 rischia di essere messa in discussione. L’ultima notizia che sta mettendo a dura prova la legge 194 arriva da Spoleto a seguito della richiesta di una ragazza minorenne di effettuare un’interruzione di gravidanza. La ragazza si è detta certa della sua decisione anche non avendo chiamato in causa i suoi genitori, il giudice minorile di Spoleto ha deciso però di chiedere Corte Costituzionale di valutare la legittimità costituzionale dell’articolo 4 della legge relativo alle circostanze che consentono l’aborto entro i primi 90 giorni ritenendo che quest’ultimo violerebbe gli articoli 2 (diritti inviolabili dell’uomo) e 32 (tutela della salute) della Costituzione e rappresenterebbe inoltre una possibile lesione del diritto alla vita dell’embrione che dovrebbe essere sempre tutelato.

Parole forti che fortunatamente hanno mobilitato tutta la rete, in questi giorni anche molti personaggi di spicco hanno detto la loro sull’argomento, tra i pro abortisti c’è anche Roberto Saviano.

‘Difendere la 194 non significa voler abortire. Significa semplicemente voler scegliere. Mai come in questo periodo i nostri diritti sono sotto attacco. Se la 194 non si può eliminare si può però aggirare sostenendo e promuovendo l’obiezione di coscienza. Sono pochissimi infatti i medici presenti nelle strutture ospedaliere che non obiettano. Per una donna diventa quindi sempre più difficile poter esercitare la propria libertà di scelta, libertà che dovrebbe essere tutelata dalla legge. In questa battaglia che per noi è una battaglia a difesa della libertà di scelta ci piacerebbe vedere al nostro fianco anche gli uomini’ queste le motivazioni del movimento delle Donne Viola pro legge 194.

La Consulta darà il suo giudizio il prossimo 20 giugno in relazione all’art. 4 della legge 194, fino a quel momento non ci resta che diffondere la notizia e discuterne il più possibile.

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Anche io ho paura per il futuro della 194 e dico: #save194.

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