Cos’è l’utero retroverso e che conseguenze comporta

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ecografia di controllo

Ogni volta che sentiamo parlare di utero retroverso pensiamo ad una patologia e soprattutto alla difficoltà se non addirittura all’impossibilità di portare a termine una gravidanza. Occorre dunque subito dire che non è necessariamente così, per questo proveremo insieme a fare chiarezza sui termini e a capire quali effettive problematiche possono dipendere da un utero retroverso.

Cos’è l’utero retroverso?

L’utero è un organo femminile posto al centro della piccola pelvi, il cui corpo (corpo dell’utero) poggia anteriormente sulla vescica e posteriormente sul retto. In caso di utero retroverso o retroversione uterina, questo si pone in posizione opposta, si appoggia per così dire al contrario. Si tratta dunque di un errato posizionamento dell’organo, tra l’altro molto più frequente di quanto si creda (riguarda il 30% delle adolescenti ad esempio) e non di una malattia vera e propria.

Le cause dell’utero retroverso

Le cause sono diverse. Si può trattare di un’anomalia congenita oppure acquisita nel tempo. In tali casi la retroversione uterina può essere conseguenza di numerosi parti e/o aborti, ma anche di ripetuti processi infiammatori (malattia infiammatoria pelvica, salpingite, ecc). Questi infatti possono provocare rispettivamente un indebolimento dei legamenti pelvici (che si riscontra ad esempio in donne in menopausa che avevano da sempre avuto un utero normalmente posizionato, o gravidanze e tumore pregressi) e la formazione di aderenze ed esiti cicatriziali vari che obbligano l’utero ad una nuova posizione, per l’appunto retroversa. Anche l’endometriosi può provocare questa alterazione di posizionamento.

Utero retroverso, gravidanza e fertilità

Ma tutto ciò dunque ha una serie di conseguenze sulla gravidanza e fertilità come l’opinione comune crede? No, ormai possiamo dire che si tratta di una leggenda metropolitana. Sono molte le donne che riescono a portare avanti gravidanze senza alcuna problematica, neppure nel concepimento o al momento del parto. Certo è che, come abbiamo visto, questa condizione, laddove non sia ereditaria e dunque congenita può essere correlata a patologie come l’endometriosi o la malattia infiammatoria pelvica che invece creano problemi proprio in tal senso. La cosa migliore da fare se si vuole avere un bambino (ma in genere almeno una volta l’anno) è rivolgersi ad un medico ginecologo che con un’ecografia ed una visita clinica riuscirà a comprendere per tempo se esistono complicazioni per una gravidanza eventuale.

Le conseguenze dell’utero retroverso

Dunque quali sono le conseguenze vere di una retroversione uterina? Alcune donne ci convivono senza problemi, per altre si sviluppano una serie di sintomi fastidiosi e a volte invalidanti: di sicuro i dolori mestruali sin dal primo ciclo, mestruazioni irregolari, come pure dolore nella fascia lombare, rapporti sessuali dolorosi, disturbi intestinali e della vescica. Nel passato si tendeva a risolvere la questione attraverso un riposizionamento dell’utero manuale o addirittura chirurgico. Oggi per fortuna si lasciano le cose come stanno. Alcuni sintomi, come i dolori mestruali si possono comunque trattare con la pillola anticoncezionale, antidolorifici o rimedi naturali. Tutto a seconda del caso individuale.

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