Fumatori: conoscono i rischi, niente class action

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I fumatori conoscono i rischi della sigaretta: così ha stabilito il tribunale di Roma, il quale ha deliberato di rigettare una causa del Codacons. Niente class action, dunque. A differenza dei risarcimenti milionari di cui l’America ha impartito lezione a tutto il mondo, in Italia i rischi connessi all’utilizzo del tabacco sono stati giudicati essere noti alla percentuale di popolazione dedita al fumo. Il fumo influisce sulla fertilità e oltre a malattie quali il cancro, la sigaretta è nemica di pelle e denti. Eppure il vizio del fumo continua ad imperversare, trasformando il momento della sigaretta in una schiavitù senza scadenza. Secondo il tribunale di Roma, tuttavia, i rischi sarebbero ben noti. Voi cosa ne pensate?

Una class action è stata giudicata inammissibile da parte del tribunale di Roma: al contrario degli ingenti risarcimenti americani, i fumatori italiani sono stati riconosciuti pienamente consapevoli dei rischi per la salute che corrono fumando.

Chi è dipendente dalla sigaretta sarebbe così conscio dei rischi connessi e delle principali regole concernenti la prevenzione.

La XIII Sezione del Tribunale civile di Roma ha dichiarato inammissibile la class action proposta dal Codacons contro BAT Italia s.p.a., avviata in favore dei fumatori dei marchi di sigarette prodotti da tale società.

L’azione sostenuta da Codacons poggiava sulla responsabilità di BAT Italia per aver aggiunto al tabacco oltre 200 additivi, incrementando così gli effetti di dipendenza dalla nicotina.

L’azione si basava su uno studio svizzero che ha dimostrato come lo scopo di tali additivi sia nell’aumento della dipendenza dalla sigaretta, nonché una sentenza della Cassazione, la quale ha affermato che la produzione e vendita di tabacchi lavorati integrano una attività pericolosa, avendo come unica destinazione il consumo mediante il fumo.

‘Va rilevato che inequivocabilmente qualsiasi fumatore è pienamente consapevole sia dei rischi per la salute indotti dal fumo, sia della dipendenza da questo creata. Inoltre va escluso, sulla base degli studi e delle conoscenze scientifiche ormai consolidate, che la dipendenza da nicotina determini l’annullamento o la seria compromissione della volontà del fumatore nella forma di costrizione al consumo, tale da inibirgli in modo assoluto qualsiasi facoltà di scelta tra la continuazione del fumo e l’interruzione dello stesso’ leggiamo dalla sentenza, nonché: ‘L’utilizzazione degli additivi trova ragion d’essere nell’intento di attribuire al prodotto un sapore specifico e tipizzato, come tale indispensabile perchè la casa produttrice sia competitiva sul mercato’.

‘In sostanza per i giudici chi fuma è consapevole del fatto che morirà a causa del fumo, anche se non sa cosa ci sia nelle sigarette‘ ha sottolineato l’Associazione Consumatori.

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