Avete presente la famosa espressione ‘chimica dell’amore‘?! Ebbene potrebbe non essere più un semplice modo di dire dal momento che fior di studiosi sono al lavoro per cercare la formula dei sentimenti, quella magica combinazione di elementi che fa scattare l’innamoramento, insomma la sostanza dell’amore.
A pensare che l’amore possa essere spiegato in termini di essenze chimiche-biologiche sono niente meno che gli esperti del Consiglio Nazionale dei Chimici, secondo cui sta proprio nella chimica la spiegazione circa il fatto che alcuni rapporti siano stabili e duraturi e altri invece sono destinati tragicamente a finire.
Secondo gli esperti, l’attrazione e la capacità di seduzione dipenderebbero dai livelli ormonali presenti nella coppia. Se nell’uomo i livelli di testosterone sono buoni e altrettanto alti nella donna sono i livelli di ossitocina sono presenti i presupposti per l’attrazione reciproca e per un rapporto duraturo.
Se i feromoni sono fondamentali nella fase iniziale di un rapporto, sono cioè quelli che fanno scattare la cosiddetta scintilla , testosterone ed ossitocina sono i responsabili della solidità del rapporto e dell’intesa sessuale. Anche altri ormoni come la feniletilamina, la dopamina, la vasopressina e la norepinefrina giocano un ruolo fondamentale. In modo particolare la feniletilamina è una molecola che rende attivo il nostro cervello nelle aree relative all’attaccamento, dipendenza ed appagamento di bisogni fisici immediati.
Sarebbero proprio queste sostanze a far scatenare i sintomi dell’innamoramento, ma anche il senso di attaccamento e il senso di dipendenza affettiva.
Chi, al contrario, presenta livelli più bassi di tali ormoni, è più soggetto al calo di desiderio, alle tentazioni e facilmente il suo rapporto di coppia tenderà a entrare in crisi e si romperà.
‘Nel rapporto affettivo a lungo termine – sostiene Armando Zingales, esponente del Consiglio nazionale dei chimici – è ormai assodato l’importante ruolo svolto dalla chimica. Nelle donne è l’ossitocina a favorire l’attaccamento al proprio partner, o se si vuole la fedeltà, mentre nell’uomo è la vasopressina a svolgere un ruolo di sereno appagamento. Possiamo quindi dire che gli uomini con livelli bassi di vasopressina sono più predisposti al tradimento. Se, invece, si ha accanto un uomo con livelli alti di vasopressina, allora si sta vivendo la fase dell’amore romantico‘.
Visti i dati, l’obiettivo futuro è rappresentato dalla messa a punto di strategie chimiche ed interventi mirati, per rendere più duraturo il sentimento e il rapporto di coppia in barba al cosiddetto mistero dell’amore…