Cambiare partner è molto più frequente che rimanere con una stessa persona a vita e la scienza spiega perché succede. Difatti la monogamia non sarebbe pro-evoluzione e il tempo medio per la fine di una storia, in tali termini, si aggira intorno ai 4-5 anni, ovvero quanto basta per crescere i piccoli. Ovvio, c’è chi decide che nonostante tutto vale la pena andare avanti reinventandosi e chi invece molla la presa.
Secondo l’antropologia l’uomo non è del tutto monogamo o perlomeno non nel senso comunemente inteso. Difatti ha bisogno di partner stabili ma a tempo determinato, alternandone diversi nel corso della vita. In tale ottica la monogamia, come d’altronde ribadiscono in tanti compreso l’antropologo Augustin Fuentes, sarebbe un’imposizione sociale piuttosto che la normalità. E per questa ragione risulta tanto difficile rispettarla. Oggigiorno, per fortuna, i giovani cambiano mentalità e la coppia cosiddetta seriale è sempre più diffusa a vantaggio di entrambi i sessi, non solo degli uomini, come spesso accadeva in passato o come accade tutt’oggi laddove la poligamia è accettata. Il sociologo Carmelo Carabetta, che ha scritto un libro sui mutamenti culturali in corso, sostiene che “la coppia seriale si diffonde fra le nuove generazioni a causa di cambiamenti culturali che stanno procedendo a grande velocità… La coppia fissa non dura a lungo, data la percezione di provvisorietà delle condizioni di vita e il fatto che si riconoscono sempre meno i valori e i modelli della famiglia, ma anche della scuola, della chiesa e dei partiti“. Finalmente i desideri tornano in primo piano e di conseguenza le relazioni non risultano più castranti come prima, ma più flessibili. Ovvio, questo comporta anche un maggior numero di separazioni e divorzi, sebbene possano dipendere anche da altri fattori e a volte da una tendenza a non voler maturare. Se ne deduce che cambiare partner non è necessariamente dovuto a pulsioni narcisistiche, ma talvolta alla necessità naturale di rimettersi in gioco, confrontarsi, crescere a livello personale.
Ma a quando risale la monogamia? Secondo l’antropologa Nancy Turner, potrebbe essere nata addirittura 2-3 milioni di anni fa quando gli ominidi femmine iniziarono a preferire uomini meno aggressivi e più fedeli perché necessitavano di un aiuto nell’accudimento dei piccoli. La sensazione di tranquillità che ne derivava piaceva in realtà anche ai maschi, che non erano più costretti a lottare continuamente per contendersi le femmine.
Favorevole alla teoria della coppia seriale è fra gli altri l’antropologa Helen Fisher, che dopo aver studiato il comportamento sessuale e relazionale di varie civiltà del mondo, si è convinta che le coppie, in genere, durano 4 anni. La fedeltà invece sarebbe un retaggio economico-culturale dovuto al bisogno di passare le terre coltivate ai figli, quindi risalente a quando gli uomini iniziarono a essere sedentari grazie all’agricoltura. Ci pensarono poi le religioni a preservare la monogamia in quanto garanzia di stabilità sia economica che sociale.
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