E’ un esercito a cui non vengono riconosciuti diritti, ma che di anno in anno ingrossa le proprie file e nella pratica conquista quello che nella teoria gli viene ancora negato. Sono le coppie di fatto, che secondo i dati Istat in Italia sono 820mila (erano 564mila nel 2003), la metà delle quali ha figli.
Persino Facebook, il più popolare tra i social network ha sentito di recente l’esigenza di aggiungere lo status coppia di fatto a quelli già esistenti di sposato, fidanzato, divorziato ecc. aprendo a coloro che convivono.
Alcune casse sanitarie e moltissime tra le compagnie assicurative coprono anche il convivente more uxorio. I giudici già da alcuni anni, riconoscono ai conviventi il diritto di beneficiare del risarcimento in caso di morte del partner per illecito (articolo 2043 del codice civile). In ambito medico-sanitario, invece, sono molti gli istituti che estendono coperture e diritti alle coppie di fatto. Quasi tutte le casse sanitarie permettono agli iscritti di chiedere prestazioni e rimborsi anche per i familiari, conviventi inclusi.
Ad aprire per prima alle coppie di fatto è stata la cassa malattia dei giornalisti (Casagit) che già negli anni Ottanta offriva questa opportunità alle coppie conviventi e che tredici anni fa ha esteso gli stessi diritti anche alle coppie omosessuali.
Via libera ai conviventi dal 1994 anche per il Fasdac, per i dirigenti delle aziende commerciali, per Fis Eni, la cassa dei lavoratori dell’industria chimica (ma solo per le coppie eterosessuali) e per il Campa degli artisti. In questi casi è la certificazione anagrafica, cioè la prova che si ha la stessa residenza, che dimostra l’effettivo stato di convivenza.
Persino alcune amministrazioni locali hanno intrapreso un percorso verso il riconoscimento delle coppie di fatto. Per esempio il consiglio comunale di Modena ha discusso e approvato a stragrande maggioranza il recepimento dell’articolo 48 della finanziaria regionale del 2009. Si tratta di un articolo con il quale il consiglio regionale approvò il diritto alla parità di accesso ai servizi, e quindi al welfare sul territorio, indipendentemente dallo status di singolo, coniugato o convivente.
Le coppie di fatto sono tutelate anche per quanto riguarda la casa: i regolamenti regionali sull’edilizia popolare, infatti, riconoscono anche le coppie di fatto come nucleo familiare, purché conviventi da almeno due anni prima del bando. Così, in caso di morte, il diritto di subentro all’affitto spetta anche al convivente. E’ proprio il caso di dirlo, dove non arriva la legislazione arriva il senso pratico. Anche perché i dati parlano chiaro: in Italia ci si sposa sempre meno, tranne una breve parentesi di ripresa nel corso della prima metà degli anni novanta e l’anno anomalo del duemila, il numero di matrimoni continua a calare da 35 anni.
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