Dal 19 marzo di quest’anno il celebre quadro ‘L’Origine del mondo’ di Courbet è esposto Mart della cittadina trentina di Rovereto, la storica tela ha subito fatto scoppiare diverse polemiche. Courbet realizzò l’opera d’arte nel 1866 e fino al 1995 vederla dal vero era stato un privilegio per pochissimi dato il soggetto ‘forte’ rappresentato. Infatti, come sappiamo, nella tela l’artista ha dipinto il primo piano di una vagina, l’opera è considerata uno dei più grandi capolavori del realismo. Fino all’inizio di marzo era possibile vederla in una della grandi sale del Musée d’Orsay di Parigi tra grandi opere d’arte che hanno fatto la storia del mondo e dell’espressione culturale europea e non solo. Da quando il quadro ha messo piede nel nostro bel paese è stato il pretesto per numerose polemiche.
La prima pietra è stata lanciata da un’insegnate trentina pubblicata sul sito del quotidiano L’Adige:
‘Vorrei segnalare la brochure realizzata dal Mart di Rovereto per la nuova mostra ‘La rivoluzione dello sguardo’ dove, in pagina centrale, è riprodotto il quadro di Gustave Courbet L’origine del mondo. Indipendentemente da un discorso di ‘buon gusto’, poiché si tratta di un quadro artistico…, rimane discutibile la scelta di stampa e, soprattutto, la distribuzione che nel mio caso è avvenuta agli allievi di una scuola elementare. Non ritenendo giusto che tutto debba essere considerato lecito, esprimo il mio dissenso pensando che il luogo giusto per apprezzare un certo tipo di arte sia un museo evitando ‘specchietti per allodole’ sinceramente molto tristi’.
La polemica ovviamente ha coinvolto tutti i cittadini, i genitori e gli insegnati, molti anche i pareri contrari alla contestazione sollevata dall’insegnate. Una delle lettrici del quotidiano ha infatti risposto: ‘Perché un nudo femminile (bidimensionale) scandalizza e un nudo maschile (tridimensionale, come può essere un David di Michelangelo o di Donatello) no?’. Poi anche un uomo ha deciso di esprimere la sua opinione online dicendo: ‘Magari l’avessimo avuta noi, ignari scolaretti degli anni ’60, una maestra che ci ‘turbasse’ con una immagine artistica come questa… Per scoprire, anzi immaginare di scoprire, la natura femminile abbiamo dovuto attendere i primi cataloghi di biancheria intima femminile‘.
Le opinioni sono molte e discordanti, in effetti l’immagine è forte, ma al giorno d’oggi non credo che la volgarità sia da ritrovare in un’opera d’arte di questo genere, bensì nella televisione o nelle immagini pubblicitarie che spesso e volentieri sono un vero insulto all’essere donna.
Negli ultimi mesi il tema è stato spesso affrontato, abbiamo seguito le vicende legate al nuovo calendario di Oliviero Toscani, che con il suo solito fare provocatorio, ha voluto scuotere gli animi delle più appassionate femministe, o anche il protocollo proposto dal Ministro Mara Carfagna per la tutela dell’immagine delle donne in pubblicità o ultima ma non meno importante l’iniziativa della casa di produzione video Non chiederci la parola per la promozione di una pubblicità con meno seni e più idee.
Cosa ne pensate voi?