Una accordo molto importante è stato finalmente preso ieri tra il governo e la commissione Finanze del Senato, a partire dal 2015 la presenza delle donne nei cda e nei collegi sindacali delle società quotate e non quotate controllate dalle amministrazioni pubbliche non potrà essere inferiore al 30% del totale dei consiglieri. Un risultato importante per l’affermazione della donna in ambito lavorativo, il provvedimento sarà applicato a partire dal 2012 per arrivare progressivamente all’obiettivo entro il 2015, l’unica cosa ancora da attendere è il via libera da parte della presidenza del Senato per iniziare le azioni di inserimento.
Sono in molte le donne e gli uomini a giudicare le quote rosa come un elemento che sottolinea la differenza tra uomo e donna in ambito sociale e lavorativo, le ragioni sono diverse, una è che il fatto di chiamarle quote rosa e di trattarle come delle categorie protette ne sottolineerebbe la diversità, ma in effetti i risultati che si raggiungono sono solo da apprezzare. Se l’inserimento delle figure femminili non avviene naturalmente è bene che sia la legge ad imporlo. I dati sulle donne in ambito dirigenziale sono chiari, negli ultimi anni infatti le società che hanno avuto delle donne all’interno dei propri cda hanno registrato dei fatturati maggiori e pochissimi fallimenti rispetto a quelle gestite da soli uomini.
In Italia la situazione è ancora molto indietro rispetto al resto dell’Europa infatti basta scorrere gli elenchi dei consiglieri dei primi dieci titoli quotati a Piazza Affari per scoprire che su 147 posti appena 8 sono occupati da donne. Poco più del 5% del totale.
Il nostro paese è ancora all’ultimo posto per donne occupate, i servizi a sostegno della maternità e delle famiglie ancora non sono sufficienti. Un aspetto positivo però c’è e viene proprio dall’interno delle famiglie, le mamme e le donne in genere hanno saputo comunicare agli uomini l’importanza di essere in due ad affrontare la vita familiare, la possibilità di condividere l’educazione dei figli e di partecipare e condividere entrambi le gioie ed le fatiche di una famiglia con prole. Non solo noi donne dobbiamo continuare la nostra ascesa per raggiungere la parità dei diritti, ma è molto importante che gli uomini prendano sempre più coscienza di quanto sia importante anche per il loro benessere condividere piaceri e responsabilità in ambito familiare ed in ambito lavorativo.