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Monogamia: è il risultato della paura delle malattie

La monogamia sarebbe il risultato della paura delle malattie sessualmente trasmissibili da parte degli uomini, paura che in origine non esisteva. A sostenerlo un recente, quanto curioso, studio pubblicato su Nature Communications da alcuni ricercatori dell’Università di Waterloo, in Canada, e del Max Planck Institute di Lipsia, in Germania, secondo i quali la poligamia è stata progressivamente abbandonata perché gli uomini si sono accorti che, avendo più donne, rischiavano maggiormente di contrarre malattie.

Il fatto che la monogamia, che fa bene alla salute, oggigiorno sia largamente diffusa non è un caso e non ha nulla a che vedere con l’evoluzione della società. Piuttosto con l’istinto di sopravvivenza. Perlomeno è quanto sostengono i ricercatori di questo studio, Chris T. Bauch e Richard McElreath, che hanno analizzato l’evoluzione da poligamia a monogamia nel corso dei secoli. In base alla ricerca la ragione principale per cui gli uomini avrebbero abbandonato questa pratica è la paura delle malattie sessualmente trasmissibili e il timore conseguente di perdere la fertilità. Meglio una sola donna per la vita che mettere a rischio la propria salute e la possibilità di riprodursi. Un’ottica completamente incentrata sui bisogni degli uomini, da cui sarebbe dipeso l’intero cambiamento. I ricercatori hanno verificato che la poligamia era diffusa in moltissimi paesi nell’antichità e persino laddove non era garantita legalmente tramite matrimonio, veniva comunque praticata. Basti pensare all’antica Roma dove gli uomini, pur sposandosi con una sola donna, avevano le concubine.

Le nostre norme sociali non si sono sviluppate in un completo isolamento da quello che stava accadendo nel nostro ambiente naturale, al contrario, non possiamo capire norme sociali senza capire le loro origini nel nostro ambiente naturale” ha affermato Bauch. La ricerca in questione è stata eseguita tramite simulazione al computer mettendo a confronto una serie di dati evolutivi e di fertilità riguardanti le comunità analizzate. Ovvero quelle di agricoltori stanziali e di cacciatori raccoglitori. Il rischio di malattie è risultato maggiore negli agricoltori poligami e crescente nelle comunità più numerose, a discapito della fertilità complessiva. Tutto questo avrebbe portato, nel corso del tempo, a un radicale mutamento di abitudini e al definitivo passaggio dalla poligamia alla monogamia, che difatti secondo vari studi è una condizione contro natura per gli uomini.

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Laura de Rosa

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