I rapporti sessuali hanno una duplice funzione, per il momento: procurare piacere ma anche permettere la riproduzione. Eppure, secondo quanto sostiene il professore di Stanford Henry Greely, in futuro, entro una ventina d’anni, non serviranno più a fare figli. A concepire embrioni ci penseranno, al posto nostro, freddi laboratori. Anziché contribuire con ore dedicate al piacere, basterà fornire ai medici la materia prima, ovverosia spermatozoi e materiale genetico.
Tempo fa la scienza aveva scoperto che per fare l’amore bene bastano 7 minuti, oggi si spinge oltre. Per qualcuno potrebbe essere una lieta notizia: avere rapporti sessuali solo ed esclusivamente per soddisfare il piacere. Per altri potrebbe rappresentare uno scenario futuristico squallido e inospitale. Sta di fatto che il direttore del centro di legge e bioscienze dell’ateneo “Californian Henry Greely”, nel suo ultimo libro, “The End of Sex and the Future of Human Reproduction”, ha parlato chiaro: “Tra 20-40 anni, quando una coppia vorrà un bambino, l’uomo donerà il suo sperma e la donna un pezzo della sua pelle.” La pelle verrà utilizzata per produrre cellule staminali, indispensabili per ricavare gli embrioni, gli spermatozoi faranno il resto. Al di là delle questioni prettamente etiche, visto che gli embrioni verranno sottoposti ad analisi specifiche per individuare eventuali malattie e caratteristiche fisiche, il dibattito si è focalizzato sul cambiamento che tutto ciò comporterebbe a livello sessuale. Ovvero rapporti fondati esclusivamente sul piacere. E ci si è chiesti: è un bene o un male?
E’ un quesito difficile perché se da un lato è normale che la scienza faccia progressi, dall’altro è lecito chiedersi se i 9 mesi nel pancione siano davvero così inutili. Se i nostri bambini venissero concepiti in laboratorio, accuditi da sconosciuti, lontani dal calore che solo un “pancione” vero può dare, cosa mai potrebbero diventare da adulti? Gli aspetti etici sembrano sempre secondari quando sono scienza e progresso tecnologico a parlare, ma attenzione, non lo sono affatto. Se oggi ci ritroviamo in una situazione sociale ed economica così precaria, forse le cause vanno rintracciate non solo nei “cattivi/corrotti” di turno, ma anche in una sete di progresso che ha preso il sopravvento su tutto il resto, etica in primis. E allora, prima di non fare figli come da tradizione, è il caso di pensarci bene. Vale sempre la pena cavalcare l’onda del progresso tecnologico, costi quel che costi, o a volte sarebbe meglio dire basta, sto meglio così?
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