Robot del sesso: la nuova frontiera del piacere che fa scandalo

Arrivano i Robot del sesso, la nuova frontiera del piacere che fa scandalo. Si tratta di donne robot capaci di parlare e sorridere, progettate per soddisfare le fantasie dei propri clienti. L’azienda produttrice più famosa al mondo si chiama Abyss Creation, fondata da Matt McMullen, specializzato da oltre 20 anni nella produzione di bambole sessuali iper-realistiche, ma anche irrealistiche perché troppo simili a pornostar. McMullen è convinto che i robot del sesso siano un aiuto prezioso per le persone insoddisfatte sessualmente, e non solo. Ma c’è chi critica aspramente la commercializzazione di questi robot, ennesima trovata per promuovere il culto della donna oggetto.

Come sono fatti i robot del sesso

Prima erano bambole sessuali in silicone iper-realistiche ma anche irrealistiche, perché somiglianti alle classiche pornostar con curve mozzafiato, con gambe e braccia mobili, dotate di inserti vaginali di varia tipologia e capezzoli su misura. Oggi sono veri e propri robot del sesso, come Harmony, prodotta da Matt McMullen nella sua azienda Abyss Creation per colmare, in teoria, i vuoti esistenziali di persone sole. Harmony sbatte le palpebre, può parlare e sorridere, non può ancora camminare ma un giorno ci riuscirà, assicura il produttore. E persino la personalità è personalizzabile a seconda dei gusti del cliente, che può addirittura combinare aspetti diversi per creare un “carattere” unico. Conosce le posizioni preferite dal “padrone” e quante volte al giorno gli piace fare l’amore. Grazie ad appositi sensori è in grado di provare un “roborgasmo”. Ma occhio, Harmony non è programmata per andare sempre d’accordo con il cliente nonostante il suo scopo sia soddisfarne i desideri. A volte si dimostra un tantino impertinente, tanto per scaldare l’atmosfera.

Cosa cambierà

Secondo McMullen e alcuni produttori sparsi per il mondo, i robot sessuali aiuteranno le persone sole o con problematiche di interazione sociale a vivere meglio. Ma sorge spontaneo domandarsi se sia questo il vero, nobile, scopo di chi realizza le donne robot. Perché una cosa erano le bambole concepite per procurare piacere fisico, un’altra robot sempre più somiglianti alle donne in carne ed ossa, capaci di interagire con il proprietario. Non è più una questione puramente carnale. C’è infatti chi sottolinea il pericolo insito nella loro commercializzazione sollevando il problema etico, quello della donna oggetto. Il robot che esaudisce ogni desiderio ribadisce più o meno inconsciamente che la donna si può possedere e che il suo scopo sia soddisfare tutti i desideri del proprio padrone.

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Laura de Rosa

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