Sindrome da abbandono: come superarla e vivere felici

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Sindrome da abbandono. Il disagio si trasforma in angoscia, l’inquietudine in tormento, basta un ritardo di poche ore per scatenare un turbinio di emozioni ingovernabili, un vortice devastante famelico di paura, dipendenza, panico, smarrimento. La sindrome da abbandono non perdona, esserne consapevoli, checché se ne dica, non sottrae dal pericoloso ciclone emotivo. Il prezzo da pagare per uscirne illesi è alto: smarrirsi e ritrovarsi negli anfratti più oscuri dell’anima e del proprio percorso esistenziale. Ecco allora come superarla e vivere felici.

Prenderne consapevolezza

Migliorare è impossibile se non c’è consapevolezza. Non basta a risolvere il problema, ma è un primo passo indispensabile in vista della trasformazione. E’ necessario ammettere a se stessi, e in un secondo step al partner, la propria paura dell’abbandono, senza vergognarsene. Si tratta di un mostro inconscio, tanto temuto perchè sconosciuto. Solo guardandolo negli occhi sarà possibile ridimensionarlo e svincolarsi dal maledetto giogo.

Riconoscere le cause

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Una volta consci del disturbo, il secondo step è riconoscerne le cause. Spesso, secondo gli esperti, vanno rintracciate in episodi dolorosi dell’infanzia: una morte improvvisa, litigi familiari continui, freddezza materna o mancanza di cure. In taluni casi persino eventi banali possono scatenare la sindrome, come la nascita di un fratellino. Gli episodi traumatici, singoli o protratti nel tempo, determinano scarsa fiducia in se stessi o convinzione di potercela fare solo affidandosi a un altro da sé.

Non proiettare sul partner ciò che vorremmo essere

Chi soffre di sindrome da abbandono è spesso vittima di gelosia, di cui ne esistono diversi tipi, e del meccanismo della proiezione. Quando la paura di esprimersi liberamente domina la propria esistenza, si proiettano sul partner le qualità desiderate per se stessi, finendo per viverle in via indiretta. Ma se la storia finisce dopo tanti anni di fidanzamento, ci si ritrova a mani vuote, sperimentando una sensazione di perdita, privati di una parte di sè. Inutile cercare nell’altro le proprie qualità, è necessario riscoprirle in solitudine.

Non pensare troppo al futuro

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Arrovellarsi il cervello immaginando scenari apocalittici, lui tra le braccia di un’altra, lui che se la spassa a vostra insaputa, lui che si prende gioco di voi, non fa altro che alimentare la sofferenza. Il più delle volte si tratta di congetture senza credibilità, che puntualmente si dissolvono al suo arrivo. Dedicarsi, durante le sue uscite, a qualcosa che appassiona davvero, contribuirà a far volare il tempo.

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Laura de Rosa

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