Si è finalmente concluso il calvario di una donna perseguitata per 8 anni con telefonate, messaggi e lettere anonime da due diversi uomini. Il primo, un collega di lavoro, il secondo un ex fidanzato con cui la vittima si era confidata e che dopo la morte del primo aveva finito per imitarne i metodi.
A porre fine allo stalking di cui la donna era diventata ormai divenuta ‘vittima recidiva‘ è stata l’indagine degli agenti del commissariato Esposizione di Roma, che hanno arrestato il persecutore.
La vicenda ha inizio nel 2003, quando la donna denuncia al commissariato la persecuzione da parte di un ignoto stalker. Nel giugno 2005 l’uomo viene individuato e arrestato: aveva avvicinato la vittima per motivi professionali e la donna era diventata la sua ossessione. Ma le lettere e le telefonate anonime vanno avanti ancora per anni: nel solo 2009 ne arrivano 300.
Nel 2010 l’arrestato muore, ma nel frattempo è un ex compagno della donna ad averne preso il posto, sfruttando le confidenze dettagliate fattegli della vittima per ricalcarne il modus operandi. Altri membri della famiglia vengono coinvolti nella persecuzione. In alcune lettere lo sconosciuto aveva riportato con esattezza giorno per giorno gli orari in cui veniva accompagnato a scuola il nipotino della donna e gli abiti da lui indossati. Il secondo stalker si spinge fino a sfidare la polizia con una lettera anonima al commissariato Esposizione. Gli investigatori, studiando i tabulati telefonici della vittima e concentrandosi sulle persone che frequenta, arrivano a individuare l’uomo.
Nell’ultimo mese le chiamate anonime sono state effettuate da ben 53 cabine telefoniche diverse, dislocate tra il quartiere romano di San Giovanni e Ciampino, poco fuori la capitale. Il molestatore è stato infine colto in flagrante mentre telefonava alla vittima da una cabina di via Santa Croce in Gerusalemme ed è stato arrestato. L’uomo ha confessato di aver iniziato a tormentare la donna dopo che questa aveva troncato la relazione, utilizzando gli stessi metodi del primo stalker, di cui era venuto a conoscenza.
Dopo la denuncia della donna che aveva dato il via alle indagini, il primo molestatore era stato individuato e arrestato nel 2005 e dopo un certo tempo aveva ottenuto gli arresti domiciliari per motivi di salute. Nel frattempo la vittima aveva intrecciato una relazione con un uomo. Dopo la morte del maniaco per cause naturali, lo scorso anno, e dopo la fine della relazione, le lettere anonime erano ricominciate, a firma ‘il fantasma‘, con lo stesso tono e stile delle precedenti. La vittima si era così trovata a rivivere lo stesso incubo e si era rivolta di nuovo alla polizia. Mentre le indagini ricominciavano, la donna e il suo ex erano intanto rimasti in buoni rapporti, tanto che l’uomo frequentava la famiglia di lei. Attraverso le sue confidenze ha così potuto conoscere dettagli decisivi per imitare i metodi del primo molestatore. Grande è stata la sorpresa della vittima quando la polizia le ha rivelato l’identità del secondo persecutore.
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