C’era una volta, in un passato ormai molto lontano, la ricrescita dei capelli. Una creatura che viveva tra stenti e solitudine, a causa dell’odio che le persone nutrivano nei suoi confronti. Le regine, le contesse e le dame di corte tentavano di allontanarla dalla propria chioma con ogni mezzo, lecito o illecito che fosse. Gli uomini non accettavano di buon grado che la propria dama ne fosse provvista perché era ormai parere comune che fosse segno di disordine e poca cura della persona. Ebbe così inizio una fase di belligeranza tricologica: dame e cavalieri tutti uniti contro la ricrescita dei capelli.
In quel periodo nacque oltre alla tinta per i capelli, il degradè, le meches, i colpi di sole ed infine lo chatush.
Tutte declinazioni della medesima arma volta all’eradicazione dell’acerrimo nemico della propria chioma.
Tutti lottavano contro il male oscuro ma segretamente, dame e cavalieri tentavano di arginare il più possibile il problema senza proferire parola alcuna, piuttosto disperdendo chili e chili d’oro.
Le donne iniziarono ad optare per metodi come le meches, lo schatush o i colpi di sole per arginare la ricrescita ma scendendo a compromessi con la stessa, adducendo tale magra spiegazione: ‘Non posso sconfiggerti per sempre ma posso sempre piegarti al mio volere per un tempo limitato’.
E gli uomini di corte si abituarono al fatto che le proprie dame avessero un colore dei capelli meno omogeneo ma che in ogni caso aveva vinto almeno parzialmente la lotta contro il male oscuro.
Ad un certo punto i tempi cambiarono e con esso le tradizioni. Fu così il caos.
Nel reame iniziarono a spuntare come funghi loschi individui, dalle creste che sembravano sfidare il cielo, dalle ricrescite orribilmente evidenti ed imbarazzanti per le dame del tempo: erano arrivati i punk.
Eppure la ricrescita riprese, poco alla volta, piede ed ebbe la meglio sul look perfetto e rigoroso delle nobili di corte.
I punk iniziarono a diffondersi a macchia d’olio ed il loro stile divenne imperante: ricrescite di diversi centimetri e colorate ancora prima che crescessero (le dipingevano apposta).
Un vero schiaffo morale a chi aveva vissuto di conformismo sino a quel momento.
Pochi centimetri di chioma, ostentati sotto creste arcigne, sono stati in grado di determinare una vera rivoluzione di stile.
E la lotta tra le nobili donzelle e i punk si fece sempre più intestina sino a quando nel reame iniziò a diffondersi un nuovo male: il seme della paura di invecchiare.
Il seme si diffuse dapprima silente tra le pieghe della Tv, dei saloni di bellezza e poi quando la sua diffusione fu massiccia svelò le sue carte al mondo intero.
La popolazione era ormai evoluta e le dame e i cavalieri non esistevano più.
Tutte le genti, delle più diverse estrazioni sociali, rimasero vittima di questa epidemia ed iniziarono a spendere molto del proprio tempo e del proprio denaro alla ricerca dell’eterna giovinezza.
La ricrescita dei capelli tornò ad essere il primo nemico assoluto della donna moderna, che ovviò al problema portando orgogliosamente ricrescite dai colori forti, in ricordo di quelli che furono i punk.
Ovviamente le ricrescite bianche erano bandite dalle possibili scelte.
Così la ricrescita scura divenne trendy e la soluzione per arginare il seme della paura di invecchiare.
Peccato che talvolta la ricrescita fosse di un colore troppo forte perché potesse sembrare naturale…ma questo alle nuove donne (ed in seguito uomini) non importò, l’importante era dimostrare sfacciatamente che la ricrescita bianca, loro, non l’avrebbero mai avuta.
Quale sarà il destino della ricrescita dei capelli in futuro?
Noi, imparziali osservatori delle evoluzioni tricologiche dell’umano esistere, resteremo qui ad osservare per voi cosa ci riserverà la specie umana…sperando che quanto rivelatovi non comporti una qualche condanna divina sui nostri capi…
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