Come coltivare le fave? Ecco una piccola guida green, che ti spiega come dedicarti alla coltivazione di questo ortaggio, che è molto buono da consumare. Con le fave possiamo preparare in cucina molte ricette. Possono essere anche mangiate crude. E’ una pianta poco esigente, capace di adattarsi alle differenti zone climatiche. Il suo clima ideale sarebbe quello costiero, abbastanza mite, ma riesce a sopportare abbastanza bene il freddo, anche con le temperature che scendono sotto lo zero. Allo stesso tempo teme anche la siccità. Vediamo come provvedere ad una coltivazione che possa portare buoni frutti.
Il terreno e la semina
Le fave hanno bisogno di un terreno drenato, che sia in parte argilloso. E’ importante anche che la terra sia ricca di calcio e abbia la possibilità di non essere soggetta ai ristagni idrici. Prima dell’impianto dei semi, il terreno deve essere vangato ad una profondità di circa 30 centimetri, poi deve essere spianato con il rastrello e devono essere tolte le erbe infestanti. La qualità del terreno è molto importante, perché proprio da questo dipende il raccolto. La semina può essere effettuata nella stagione compresa fra l’autunno e l’inizio dell’inverno nelle zone climatiche temperate calde. Nelle regioni in cui il clima è più freddo, preferibilmente si dovrebbe procedere alla semina alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera. Per ottenere il raccolto delle fave passerà qualche mese a partire dal momento della semina. I filari devono essere distanti tra di loro non meno di 50 centimetri, in modo che la pianta possa avere lo spazio sufficiente per svilupparsi. Si fanno delle piccole buche profonde circa 5 centimetri e in ciascuna si interrano 2 o 3 semi.
L’irrigazione e la concimazione
Subito dopo aver piantato i semi, è opportuno procedere ad una delicata irrigazione del terreno. I successivi interventi di innaffiatura, in attesa del raccolto, potranno variare in base alla stagione o agli eventuali periodi di siccità. Molto importanti sono i residui delle concimazioni delle colture precedenti. Questi da soli sono sufficienti ad evitare altri interventi fertilizzanti. Le radici, con il loro apporto di azoto, contribuiscono in maniera adeguata alla fertilizzazione del terreno, quindi la coltura delle fave può rappresentare anche un buon punto di partenza per l’impianto di altri tipi di ortaggi nello stesso terreno utilizzato.
I parassiti da evitare e la raccolta
Bisogna stare attenti alle malattie e ai parassiti che possono interessare le fave. Nei periodi più caldi la pianta può essere attaccata dagli afidi. Tra le patologie fungine che interessano le fave si può ricordare l’antracnosi, che si manifesta sotto forma di macchie scure sia nei baccelli che nei semi. Per il raccolto delle fave si comincia da quelle che hanno sviluppato un baccello maturo. Per avere a disposizione dei baccelli da consumare freschi, bisogna agire nel momento giusto, in modo da non avere baccelli troppo grandi e nemmeno troppo piccoli. Le fave fresche possono essere anche congelate, per cucinarle quando non sono più di stagione. Il campo di fave a fine estate, quando gli arbusti e i baccelli diventano secchi, deve essere falciato.