Affido condiviso: le regole per farlo funzionare sono poche, ma è bene che i genitori le conoscano. Quando una coppia si separa, infatti, i genitori devono comunque salvaguardare il rapporto con i figli, aiutandoli anche a superare al meglio le difficoltà psicologiche del momento. Non tutti i genitori, però, sanno bene cosa sia l’affido condiviso dei figli, cosa comporti nel quotidiano e perché rappresenta la scelta migliore per il benessere dei bambini. Ma, cos’è l’affido condiviso?
Cos’è
L’affido condiviso dopo la separazione dei coniugi permette alle coppie separate con figli minorenni di occuparsi dell’educazione e della salute dei figli ripartendo le responsabilità e il diritto di decidere in parti uguali. L’affidamento condiviso è disciplinato dall’art. 155 del Codice civile che prevede che sia valutata “prioritariamente la possibilità che i figli restino affidati ad entrambi i genitori” e stabilisce che la loro potestà genitoriale sia esercitata congiuntamente. In parole più semplici, il Codice civile stabilisce che l’affido condiviso tra i genitori sia la scelta preferenziale cui il giudice deve, in primis, attenersi. L’affidamento condiviso, dunque, rappresenta la regola generale, derogabile soltanto in alcuni casi eccezionali (ad esempio quando uno dei genitori rappresenta una minaccia per la salute psicofisica del bambino). Ma, come comportarsi per gestire al meglio l’affido condiviso dei figli minori?
Regole per farlo funzionare
L’affido condiviso (introdotto con legge del 2006) vuole tutelare in tutto e per tutto la cosiddetta bigenitorialità. Questo vuol dire che devono essere rispettati entrambi i ruoli genitoriali, che hanno lo stesso peso nella gestione della vita dei figli. Vero è che anche questa forma di affido prevede che i bambini siano collocati in prevalenza presso uno dei genitori. Tuttavia, l’altro genitore ha il diritto di vederli liberamente e sia la mamma che il papà collaborano e concordano sulle scelte principali della vita dei figli, come ad esempio quelle relative alla salute e all’educazione dei minori. Anzi, è del tutto sanzionabile il coniuge che tenti di ostacolare il rapporto fra i figli e l’altro genitore, ad esempio rendendo impossibili gli incontri. Il rischio che si corre è di vedersi revocare l’affidamento condiviso. I genitori, poi, dovranno collaborare per prendere tutte le decisioni che riguardano l’istruzione, la salute e la vita sociale dei bambini. Per far funzionare questa forma di affido, dunque, è necessario che i genitori mantengano un approccio collaborativo e non cerchino di ostacolare (anche utilizzando questo atteggiamento a scopo di ripicca) l’altro genitore. Insomma, nel rapporto con i figli e per i figli i genitori dovranno continuare ad essere una squadra, tenendo sempre a mente il fatto che l’obbiettivo primario di qualsiasi loro decisione è il benessere dei bambini.
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