Diversi sono i sintomi delle allergie alimentari nei bambini. Ma, quali sono gli alimenti più a rischio? Le allergie alimentari nei bambini sono in crescita e gli alimenti responsabili sono parecchi. Si tratta di allergie che non devono essere sottovalutate perché, anche se nella maggior parte dei casi hanno conseguenze lievi, possono avere effetti rilevanti (come lo shock anafilattico) in altri. In questi casi le allergie alimentari si manifestano in modo violento e del tutto inaspettato e richiedono l’immediato intervento del Pronto Soccorso. Ma, quali sono le allergie alimentari più diffuse nel bambino e nel neonato?
Perché le allergie alimentari tra i bambini sono in aumento? Le cause sono diverse. Oltre a dipendere dall’ereditarietà (cioè dal fatto di avere dei precedenti di allergia in famiglia) e da uno svezzamento non corretto, esse dipendono anche dal fatto che consumiamo, rispetto al passato, cibi sempre più elaborati, ricchi di sostanze chimiche e, invece, poca frutta e verdura. Non è un caso che le allergie alimentari tra i bambini si siano diffuse negli ultimi anni soprattutto nei paesi occidentali industrializzati. In più, spesso le mamme non rispettano il calendario dello svezzamento, che indica in modo rigoroso quando e come introdurre i cibi. Ciò favorisce la comparsa di allergie e intolleranze alimentari precoci.
I sintomi delle allergie alimentari nei bambini sono molti. Tra questi: lo shock anafilattico (che è la conseguenza estrema), ma anche l’asma e le difficoltà respiratorie, la rinite, la nausea, il vomito e i dolori addominali. Ancora, tra gli altri sintomi, l’orticaria, la tachicardia (aumento del battito cardiaco) o, al contrario, la bradicardia (cioè il rallentamento del battito cardiaco).
Il sintomo più grave è, comunque, lo shock anafilattico che, spesso, segna l’inizio delle altre manifestazioni sintomatiche dell’allergia alimentare nei bambini. Per qualsiasi dubbio, comunque, anche in merito agli esami per la diagnosi delle allergie alimentari, meglio chiedere un parere al pediatra. Qualora, invece, riscontraste i sintomi di uno shock anafilattico, portate immediatamente il piccolo al pronto soccorso.
Per evitare reazioni cutanee o di altro tipo, il consiglio è quello di evitare l’assunzione dell’alimento che provoca la reazione allergica. Solitamente i cibi che possono più facilmente provocare una reazione allergica nei più piccoli sono: il latte vaccino, le fragole, le uova e la frutta secca (in particolare le noci, le nocciole e le arachidi).
L’allergia al latte vaccino è sicuramente problematica perchè è proprio questo il primo alimento con cui vengono nutriti i neonati ed i bambini. Tuttavia, c’è da dire che l’allergia al latte materno è alquanto rara. Molto più comune, quella al latte formulato. I piccoli che sono allergici alle proteine del latte manifestano, solitamente, diarrea e mal di pancia. In alcuni casi può aversi anche nausea e vomito. Infine, è possibile che i bambini siano allergici non alle proteine del latte, ma al lattosio in esso contenuto. Questa forma di allergia si manifesta a partire dai due anni, ma è comunque sempre il pediatra a dover suggerire il da farsi.
Anche l’allergia alle arachidi può dipendere dal mancato rispetto del calendario dello svezzamento. Le arachidi, infatti, non dovrebbero essere offerte al bimbo prima dei due o tre anni di vita. Diversamente, potrebbe manifestarsi allergia o intolleranza alimentare. Non solo, oltre alle arachidi, è necessario evitare di somministrare al bambino tutti quegli alimenti che le contengono. Tra questi: barrette ai cereali, gelati, barrette di cioccolato, creme spalmabili, yogurt, torte e merendine. Insomma, è necessario – di volta in volta – leggere le etichette per controllare che un dato alimento non contenga le arachidi nella sua preparazione.
La fragola è ricca di istamina, una sostanza che, se rilasciata in quantità eccessiva, può essere responsabile di reazioni cutanee e di fastidiose manifestazioni che coinvolgono l’apparato respiratorio e gastrointestinale dei bambini. Per evitare questa allergia, le fragole andrebbero somministrate solo dopo i due anni. Qualora si riscontrino dei sintomi dell’allergia alle fragole nei bambini, comunque, è bene rivolgersi al pediatra che effettua la diagnosi con diversi test specifici, tra cui il prick-test.
Tra i sintomi dell’allergia all’uovo nei bambini anche:
Anche per evitare questa forma allergica è necessario che le mamme rispettino il calendario dello svezzamento, che suggerisce di offrire il tuorlo a partire dall’ottavo mese di vita, mentre l’albume a partire dall’anno di età. Per qualsiasi altro dubbio, chiedete al pediatra.
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