Primavera è tempo di allergie, si sa, ma secondo i dati riferiti dal Libro Bianco della World Allergy Organization, presentato al congresso dell’American Academy of Allergy, Asthma and Immunology, l’allergia non è più solo un problema stagionale.
Nel mondo ci sono oltre 300 milioni di asmatici, 400 milioni di persone con rinite allergica e centinaia di milioni di intolleranti alimentari e questi numeri numeri sono destinati solo a crescere. Ma di chi è la colpa?
‘In Italia si prevede che entro il 2020 un bambino su due soffrirà di rinite allergica — spiega Giorgio Walter Canonica, unico italiano fra i quattro responsabili del Libro Bianco e direttore della Clinica di Malattie respiratorie e allergologia dell’Università di Genova —. Il perché di tutto questo è legato allo stile di vita. Il nostro modo di vivere è molto cambiato, tanto che le allergie vengono oggi considerate il prezzo per il miglioramento della qualità della vita degli ultimi decenni. Cinquant’anni fa i bambini giocavano all’aperto, mangiavano più sporco perché non c’erano tante delle norme di sicurezza che oggi impediscono il consumo di cibi non perfettamente conservati. Magari si pativa qualche gastroenterite in più, ma c’erano molte meno allergie. Oggi i ragazzi vivono una vita più sterile: passano la maggior parte del tempo al chiuso e la loro flora batterica intestinale è cambiata, per le modificazioni nella dieta. E il sistema immunitario impazzisce più facilmente‘.
Il concetto è stato spiegato in una ricerca apparsa da poco sul New England Journal of Medicine, che ha dimostrato come i bambini cresciuti in fattoria abbiano una probabilità di asma e allergie molto inferiore rispetto ai bimbi di città: il motivo è tutto nel contatto con un gran numero di bacilli durante l’infanzia. Perché il sistema immunitario, impegnato a combattere contro i germi dell’ambiente, non si distrae e non punta la sua risposta contro sostanze innocue, come invece accade nell’allergico. Se a tutto questo si aggiunge la qualità dell’aria che respiriamo, peggiorata per colpa dello smog e anche per il fumo di sigaretta, ecco spiegato il maggior pericolo di asma e allergie: un sistema immunitario già indebolito, esposto continuamente a polveri e gas con effetti pro-infiammatori, prima o poi deraglia.
‘Nelle grandi città i bimbi che vivono al primo piano, più vicini alla strada, hanno un maggior rischio di asma e allergie rispetto a quelli che abitano gli ultimi piani — riprende Canonica —. I nostri ambienti domestici, inoltre, sono sigillati rispetto all’esterno e questo crea le condizioni ideali per il proliferare di acari e muffe. L’inquinamento poi sta contribuendo a cambiare i calendari pollinici: uno studio italiano, ad esempio, ha mostrato che negli ultimi 27 anni la stagione di pollinazione della parietaria si è allungata di 100 giorni‘.
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