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Bambini al computer: prima viene il mondo reale

Bambini al computer

Ha suscitato non poche polemiche tra psicologi, pedagoghi e sociologi una recente richiesta avanzata da alcuni psicologi della Royal Society of Medicine al governo britannico. Secondo gli psicologi sarebbe meglio evitare l’uso del computer prima dei nove anni in quanto esso pregiudicherebbe un sano e corretto sviluppo del bambino. La proposta rappresenterebbe una vera e propria inversione di tendenza rispetto al ‘Nappy Curriculum’, un progetto educativo voluto dai laburisti inglesi per avviare all’uso del computer e di internet i bambini di età inferiore ai 5 anni.

Le considerazioni espresse dagli psicologi della Royal Society of Medicine sono chiare: i bambini hanno bisogno di esplorare prima il mondo reale e soltanto dopo quello virtuale. Devono avere la possibilità di toccare, guardare, veder muovere oggetti nella realtà e non attraverso il monitor, almeno non troppo presto. Pertanto chiedono un approccio alla tecnologia secondario, quanto meno non nella prima infanzia.

Tra i rischi ci sarebbe secondo gli studiosi addirittura quello di inibire e compromettere le abilità di lettura e calcolo matematico.

Venendo alla nostra realtà i dati statistici rilevano che il contatto dei piccoli con il pc avviene generalmente in famiglia già nei primi anni di vita. Sicuramente intorno ai nove anni contatti tra il pc e i bambini si sono già avuti, più o meno intensi. Anzi i genitori riconoscono ai loro figli una elevata capacità nel destreggiarsi con la tecnologia.

Cosa pensare e fare allora?

Sicuramente la proposta degli studiosi britannici fa discutere e pone l’accento su un problema sempre più attuale, tuttavia è anche vero che ad oggi sarebbe ed è molto difficile far finta che questo mondo virtuale non esista e che coinvolga anche i più piccoli più o meno direttamente e presto.

Ancora una volta allora il criterio guida per i genitori deve e non può che essere il buon senso.

Secondo molti psicologi se usata nella maniera giusta la tecnologia offre molti vantaggi e amplia le competenze del bambino. La tecnologia non va quindi demonizzata ma dosata accuratamente ed alternata ad altre attività ‘reali’ che lo aiutino a coltivare anche le relazioni personali. Queste sono indispensabili per la crescita del bambino. E’ auspicabile quindi nella prima infanzia preferire le attività di gioco classiche che aiutino anche le relazioni con gli amici ed affiancare al momento giusto e con parsimonia le possibilità offerte dal mondo virtuale.

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Rossella Giglio

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