Il ferro è uno dei valori da tenere sotto controllo durante la gravidanza, da tenere d’occhio come un vero “osservato speciale”. Infatti, la carenza di ferro potrebbe interferire negativamente con la dolce attesa, con effetti deleteri per la salute della futura mamma e per lo sviluppo della piccola vita che sta crescendo dentro di lei. Ecco tutti i sintomi, la dieta più indicata e le possibili conseguenze da mettere in conto in caso di carenza di ferro.
Il fabbisogno di ferro aumenta
L’anemia in gravidanza, cioè la carenza di ferro nel sangue, è molto frequente. Secondo le stime ufficiali, circa il 40% delle donne in dolce attesa ne soffre. Il ferro durante i nove mesi tende a scarseggiare per diversi fattori, dall’aumento del fabbisogno dello stesso per la presenza del feto al ruolo svolto dalla circolazione sanguigna in questa particolare fase della vita di una donna. Infatti, il sangue dovendo adattarsi anche alle esigenze del piccolo è costretto a raddoppiare il lavoro e, di conseguenza, rischia di rimanere a corto di alcune sostanze, ferro compreso.
I sintomi, la diagnosi
Se il ferro è troppo basso, la gestante può avvertire strani sintomi, come spossatezza, diminuzione della concentrazione, capogiri frequenti, mal di testa, irritabilità e sbalzi d’umore, dispnea. Per verificare i livelli di ferro e diagnosticare l’anemia, è necessario sottoporsi a un’analisi di routine, tra gli esami consigliati alle donne in gravidanza (tra la 28esima e la 30esima settimana e tra la 35esima e la 36esima settimana di gestazione), l’emocromo.
Grazie a questa analisi del sangue si può misurare la concentrazione di globuli rossi: in questo modo di verifica l’eventuale carenza di emoglobine, proteine presenti nei globuli rossi contenenti ferro e deputate al trasporto di ossigeno.
La dieta
Per aumentare l’assunzione di ferro, meglio scegliere una dieta adeguata, aumentando il consumo di tutti gli alimenti ricchi del minerale, come la carne bianca, il pesce azzurro, gli ortaggi verdi e i cereali integrali.
Molto utile, per massimizzare l’effetto della dieta e favorire l’assorbimento di ferro da parte dell’organismo, introdurre nella dieta quotidiana anche cibi ricchi di vitamina C, come gli agrumi e i pomodori, in grado di incrementare la biodisponibilità del ferro.
Quando l’alimentazione non basta per correggere la carenza, lo specialista può prescrivere un integratore specifico di ferro.
Le possibili conseguenze
Oltre ai fastidiosi sintomi connessi alla carenza di ferro per la futura mamma, anche per il piccolo potrebbero esserci conseguenze rischiose. Infatti, livelli bassi di ferro implicano penuria di emoglobina e potrebbero comportare difficoltà di ossigenazione del feto.