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Congedo maternità, a Strasburgo via libera all’innalzamento

votazione per alzata di mano degli europarlamentari

Tra palloncini rosa e celeste, l’europarlamento ha dato il via libera alla proposta legislativa che prevede l’innalzamento delle settimane di congedo per la maternità da 18 a 20 con la retribuzione al 100%.
Un passo storico che ha rischiato di arenarsi per via di alcune perplessità da parte della Germania, Francia e Inghilterra e che stava portando alla spaccatura all’interno del gruppo dei Popolari e dei Liberali.
Il problema? I costi elevati per la finanza pubblica. Il cammino è in salita ma, intanto, un primo importante risultato è stato portato a casa.

La stessa commissaria per i diritti personali, Viviene Rending ha affermato:’Si tratta di una decisione ambiziosa, non sarà facile trovare un compromesso con i governi’.

La relatrice del rapporto è la socialista portoghese, Edite Estrela, che nel suo lungo discordo ha dichiarato che ‘l’Europa, dopo avere salvato le banche e le imprese, deve avere la stessa disponibilità verso le famiglie’.
L’intervento principale è, quindi, l’innalzamento delle settimane di congedo ed anzi la proposta del Parlamento è migliore di quella della Commissione europea che aveva chiuso i lavori sull’opportunità di aumentare a 18 le settimane di permesso con solo sei retribuite al 100%.

Come si sa questa norma non va incidere sulla normativa italiana per quanto riguarda i giorni, ma solo sulla retribuzione che oggi è garantita, dallo Stato, solo all’80% e il restante 20% è invece coperto dall’azienda.
La stessa proposta legislativa prevede anche un congedo parentale per i padri naturali, di due settimane a paga intera, anche se non vincolati alla propria compagna con il rito del matrimonio, congedi più lunghi per le mamme con adottive o con neonati affetti da qualsiasi tipo di handicap. Una legislazione di favore è prevista, infine, per i parti plurimi.

Approvata anche un’ovvietà e cioè il divieto di licenziamento dall’inizio della gravidanza fino alla fine del sesto mese, inoltre la proposta afferma che le lavoratrice devono tornare al loro impiego precendente o ricoprire un posto equivalente, con la stessa retribuzione.

Critiche sono state mosse dalla Germania, Francia e Inghilterra che hanno avanzato dubbi sull’aumento dei costi per le finanze pubbliche ma anche dal mondo delle imprese che ha affermato che alla lunga questa norma potrebbe diventare un deterrente per l’assunzione di donne.
Ma la Estrela ha risposto dicendo che ‘basta un aumento dell’1,4% delle donne nel mercato del lavoro per coprire tutti i costi della proposta di congedo. Un adeguato congedo, infatti, porta alla diminuzione dell’assenteismo e favorisce il mantenimento della quota rosa nel lavoro’.

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Marianna Bonghi

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