Congedo parentale per il padre, il diritto sussiste anche se la mamma è casalinga

Casalinga-congedo parentale

Ottima notizia arriva dalla questura di Venezia. Grazie ad una vicenda che si è svolta in quella regione, si è giunti alla conclusione che il congedo parentale per il padre può, ed è un sacrosanto diritto, essere chiesto anche se la donna è una casalinga. Se il padre del bambino è un dipendente ha la possibilità di usufruire di tutti i permessi stabili per legge per accudire il bambino nei primi anni di vita.

La casalinga, secondo la definizione giuridica, è una ‘lavoratrice non dipendente’, non una disoccupata, occuparsi della casa e dei figli è un lavoro, l’uomo dunque ha tutti i diritti di richiedere il suo congedo parentale.

Si è giunti a questa conclusione grazie ad una vicenda che si è svolta nei pressi di Venezia, un uomo, un poliziotto della questura di Venezia, un dipendente del settore amministrativo, che, al momento della nascita della sua bambina, aveva chiesto utilizzare sia i riposi giornalieri sia i periodi di congedo per accudire la bambina, nata con un handicap. Il ministero dell’Interno di tutta risposta aveva negato entrambe le possibilità all’uomo, dicendo che della bambina già si occupava la moglie casalinga e che quindi lui non avrebbe avuto diritto a questo tipo di permessi.

E’ partito subito il ricorso da parte delle famiglia del poliziotto, la causa è stata presa in esame dalla consigliera di parità della Provincia di Venezia, Federica Vedova, e poi dal giudice del lavoro Margherita Bortolaso. Il provvedimento preso per l’uomo, dipendente pubblico, è stato del tutto ‘illegittimo’, non solo il padre aveva diritto al suo congedo parentale per accudire la bambina con l’handicap ma, anche se non ci fosse stata questa problematica di salute, il marito avrebbe dovuto avere i permessi per aiutare la moglie nella gestione quotidiana delle cure alla neonata e della casa indipendentemente dallo stato di salute della piccola.

‘L’illegittimità del diniego opposto dall’Amministrazione alla fruizione dei benefici richiesti – afferma il giudice – ha comportato una evidente discriminazione a danno del poliziotto rispetto alla generalità dei lavoratori padri che si trovano nelle sue stesse condizioni’.

Infine per far presente quanto sia importante il sostegno alla famiglia e alla maternità, il giudice ha fatto riferimento all’articolo 31 della nostra Costituzione quello secondo cui: ‘la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. E protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a questo scopo‘.

Foto di CorpseBride
Fonte: Corriere.it

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