Cosa fare se lui non paga il mantenimento ai figli? Oggi come oggi, le coppie che si separano sono tante. Quando questo avviene mantenendo buoni rapporti, non ci sono problemi particolari. Quando, invece, il padre si rifiuta di versare quanto stabilito dal giudice, iniziano le mille difficoltà per la madre, che si ritrova presto a dover far fronte a spese che, magari, non può sostenere da sola. Inoltre, a risentirne, è anche il bambino che, oltre al danno economico può risentirne anche dal punto di vista psicologico.
Come si calcola l’assegno di mantenimento
Cosa comprende l’assegno di mantenimento? Quanto spetta alla moglie e ai figli in caso di separazione? In primis, va chiarito come si calcola l’assegno di mantenimento e per quanto tempo questo deve essere corrisposto. I criteri tenuti in considerazione dal giudice sono diversi:
- le esigenze economiche attuali del figlio;
- il tenore di vita goduto dal figlio durante la convivenza con entrambi i genitori;
- i tempi di permanenza presso ciascun genitore;
- le capacità economiche di entrambi i genitori;
- la valenza economica dei compiti di cura assunti da ciascun genitore.
Tutte queste voci sono proporzionate alle esigenze economiche del figlio considerate nella loro globalità: alimentari, scolastiche, sportive, sanitarie e sociali.
I criteri
Il criterio principe è che ciascun genitore deve corrispondere in base alla propria disponibilità economica. Poi, vengono applicati i singoli criteri precedentemente elencati. Non esiste, quindi, un assegno di mantenimento per i figli “minimo”. Di volta in volta il giudice provvede a stabilire una somma, anche in relazione al numero dei figli. Il calcolo per l’assegno di mantenimento per figli segue gli stessi criteri anche per i genitori non sposati. Infine, il giudice tiene conto anche dell’eventuale somma da corrispondere alla moglie separata.
I figli maggiorenni
L’assegno di mantenimento deve essere versato anche per i figli maggiorenni; tuttavia, recenti sentenze hanno individuato ulteriori criteri che – in alcuni casi – stemperano questo obbligo. Il figlio maggiorenne, infatti, ha maggiori possibilità di trovare una fonte di sussistenza autonoma e, solo quando questo non è possibile, interviene il genitore.
Marito non paga gli alimenti: cosa fare?
Se il marito non paga gli alimenti è necessario rivolgersi ad un avvocato, per ottenere la tutela dei propri diritti. I figli sono tutelati e, per il padre che non versa l’assegno, esiste anche una responsabilità penale. Stante il Codice Penale, ex art. 570, infatti, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa da 103 euro a 1032 euro chi fa mancare i mezzi di sussistenza ai figli minori (anche maggiorenni se inabili al lavoro), agli ascendenti o al coniuge, il quale non sia legalmente separato per sua colpa. Si tratta, però, di un reato perseguibile solo a querela, per questo, è necessario che sia la parte che subisce l’inadempienza ad attivarsi legalmente.
Padre disoccupato non paga gli alimenti
Ma, cosa succede se un padre disoccupato non paga il mantenimento ai figli? Che diritti ha il padre separato e disoccupato? In questo caso è chiaro che si ha a che fare con due opposte esigenze. In linea teorica, anche il coniuge disoccupato è obbligato al mantenimento dei figli, tuttavia padre separato senza lavoro è stato recentemente riabilitato da alcune sentenze della Suprema Corte di Cassazione. Queste hanno stabilito che la responsabilità penale del padre che non corrisponde l’assegno di mantenimento viene meno nell’ipotesi in cui lo stesso si trovi in una situazione di dissesto economico. Inoltre, anche la quantificazione del contributo del padre disoccupato in seguito al divorzio deve essere rimodulata, a richiesta di quest’ultimo.
Se il padre non paga gli alimenti pagano i nonni
L’art. 316 bis del Codice Civile prevede che, quando i genitori non hanno mezzi sufficienti per mantenere i figli, debbano provvedere al loro posto gli ascendenti, e quindi i nonni. Ma, ci sono dei limiti, questo onere, infatti, è sussidiario. Solo in caso di effettiva incapacità di entrambi i genitori, quindi, devono adempiere i nonni. Inoltre, se al mantenimento provvede un ascendente, appena la situazione di impossibilità del genitore viene meno, questo torna immediatamente l’obbligato principale, sollevando il nonno. L’onere, quindi, grava sempre prima sui genitori e solo in subordine, sui nonni. Entro questi limiti, sono obbligati tutti gli ascendenti di pari grado di entrambi i rami genitoriali.