Sono soprannominate le ‘dimissioni in bianco’, sono le dimissioni che molte donne sono costrette a presentare per forza semplicemente perchè sono ‘colpevoli‘ di essere rimaste incinte. Dico costrette non necessariamente da qualcuno, ma da un sistema che non garantisce alcun diritto di continuità lavorativa o assistenza sociale alle donne che decidono di mettere al mondo un bambino in Italia. Nel nuovo rapporto annuale presentato dall’Istat emergono dai dati alquanto allarmanti su questo tema, infatti nel nostro paese la situazione delle donne sarebbe ancora molto indietro rispetto al resto dell’Europa.
La situazione delle donne in Italia negli ultimi decenni è sostanzialmente cambiata, fortunatamente le aspirazioni sono molto più alte, le donne sono proiettate sempre più verso professioni a cui prima era difficile arrivare, si formano come gli uomini per riuscire a raggiungere posizioni di alto livello ‘Ciò nonostante – si legge nel rapporto Istat – i percorsi lavorativi delle donne, e soprattutto quelli delle donne appartenenti alle giovani generazioni, sono irti di ostacoli e confermano la difficoltà di conciliare l’attività lavorativa con i tempi di vita, rivelando altresì gravi carenze nella tutela delle lavoratrici‘.
Anni addietro, secondo le statistiche, le donne si licenziavano al momento del matrimonio, oggi questo avverrebbe molto meno e le dimissioni o i licenziamenti coinciderebbero invece con l’arrivo di un figlio.
Nel 2008-2009 circa l’8,7 % madri hanno dichiarato che nel corso della loro vita lavorativa sono state licenziate o sono state messe in condizione di doversi dimettere in occasione o a seguito di una gravidanza.
Infine quello che si nota è che ‘tra le giovani generazioni sono in crescita le interruzioni più o meno velatamente imposte dal datore di lavoro, le cosiddette ‘dimissioni in bianco’ che quasi si sovrappongono al totale delle dimissioni. Per le donne nate tra il 1944 e il 1953, il fenomeno riguardava meno della metà delle interruzioni per nascita di un figlio. La situazione appare particolarmente critica nel Mezzogiorno, dove pressoché la totalità delle interruzioni legate alla nascita di un figlio può ricondursi alle dimissioni forzate‘.
In Italia, come sappiamo si fanno sempre meno figli e il tema non viene evidentemente mai affrontato come si dovrebbe, la situazione non è delle migliori, se non viene fatta una campagna specifica per incentivare i datori di lavoro ad assumere o mantenere assunte delle donne incinte sarà difficile modificare lo stato dei fatti.
Perchè del rapporto dell’Istat si parla così poco in campagna elettorale?