Sì, secondo quanto è scritto nel contratto delle donne assunte con partita Iva dalla Rai, se sei incinta e non riesci a fare il lavoro come dovresti, sarai licenziata. Purtroppo questo non riguarda solo la Rai, ma moltissimi istituti sia pubblici che privati, che vedono una gravidanza come una perdita per l’azienda. La colpa di chi è? Di chi dà la possibilità alle aziende di redarre contratti di questo tipo. Contratti cioè che vanno contro i diritti della donna lavoratrice e dell’uomo che vuole metter su famiglia.
Nel contratto che viene offerto alle giornaliste con Partita Iva assunte dalla Rai, al punto 10 si legge questo:
‘Nel caso di sua malattia, infortunio, gravidanza, causa di forza maggiore od altre cause di impedimento insorte durante l’esecuzione del contratto, Ella dovrà darcene tempestiva comunicazione. Resta inteso che, qualora per tali fatti Ella non adempia alle prestazioni convenute, fermo restando il diritto della Rai di utilizzare le prestazioni già acquisite, le saranno dedotti i compensi relativi alle prestazioni non effettuate. Comunque, ove i fatti richiamati impedissero a nostro parere, il regolare e continuativo adempimento delle obbligazioni convenute nella presente, quest’ultima potrà essere da noi risoluta di diritto, senza alcun compenso o indennizzo a suo favore’.
Oggi sul Corriere della Sera un’intera pagina è dedicata a questa assurda clausola. La giusta polemica è stata promossa dal blog Errori di Stampa, nato per parlare del lavoro precario dei giornalisti.
La maternità in Italia viene vista molto spesso, non solo dalla Rai, come un handicap, e questo è già gravissimo, se pensiamo che non veniamo neanche trattate come le categorie protette, diciamo che siamo proprio alla frutta!
E’ intervenuta sull’argomento anche Susanna Camusso che ha parlato di ‘contratto assolutamente illegittimo’ che non è ‘solo in contrasto con la legislazione vigente, ma non riserva il rispetto dovuto alle lavoratrici e ai lavoratori‘.
I responsabili di Errori di Stampa hanno inviato una lettera indirizzata alla Direttrice Lorenza Lei, chiedendo di cancellare subito dai contratti Rai la vergognosa ‘clausola gravidanza’, affermando che ‘sarebbe un gesto di civiltà concreto e tangibile di un direttore-donna nei confronti delle tante lavoratrici già sufficientemente umiliate da un’azienda che le paga a gettone’.
Speriamo che questa voce venga ascoltata e che il fatto che questo caso abbia avuto tanta eco possa servire anche per tutte quelle donne che devono ogni giorno scontrarsi con un mondo del lavoro che non permette di essere donne a tutti gli effetti e quindi con la possibilità di diventare anche madri.