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Fila alla cassa con il pancione, cosa dice la legge italiana

Fila con il pancione

A nessuno piace fare la fila alla cassa nei supermercati, alle poste o simili: ma quando si porta il peso del pancione (con tutti i fastidi della gravidanza connessi) può diventare davvero una prova di resistenza fisica.

E’ galateo comune che le donne incinta passino davanti alla code ma non sempre si trovano persone disponibili e in grado di capire (perfino chi è mamma a volte sembra dimenticare quello che si prova in certe condizioni). C’è chi, vedendo una donna con il pancione passare davanti alla fila borbotta a voce alta o sbruffa tanto che, le gestanti più timide, a volte neanche azzardano chiedere di passare.

E se il pancione non è troppo evidente c’è perfino chi ipotizza una finta gravidanza (quando peraltro non è solo per la fatica del pancione che si dovrebbe far evitare la fila alle donne incinta ma anche per altri fastidi, ad esempio la nausea, che si manifestano ancor di più nelle prime settimane di gravidanza). E’ dunque importante sapere, anche in caso di eventuali liti (perfino tra donne incinta ma a diversi mesi della gravidanza) cosa prevede la legge italiana.

Purtroppo però in questo caso la normativa non aiuta ed è lacunosa in materia. A ben vedere non esiste in Italia una legge che tuteli le donne in evidente stato di gravidanza in fila alla cassa (neppure per gli uffici pubblici), sebbene siano possibili (e spesso ci sono) iniziativa private come corsie preferenziali nei supermercati. Questo privilegio però non è un diritto ma solo un extra che i gestori di locali possono concedere. Il motivo per cui molte persone non concepiscono che una donna abbia il diritto di passare avanti nelle file se incinta è che lo stato interessante non è una malattia. Verissimo: ma questo non significa che se tutti provassimo a comprendere le condizioni del prossimo si vivrebbe decisamente meglio. Fino ad una legge ad hoc non resta che appellarsi alla comprensione delle persone.

Certamente è importante anche la collaborazione della donna direttamente interessata: non dovete vergognarvi a chiedere gentilmente di poter passare avanti se non vi sentite bene ma evitate di sfruttare il vostro pancione per passare avanti a danno di chi è in attesa da ore. Se c’è qualcun altro, ad esempio un marito in buona salute, che può fare quella fila non andate voi solo perché sapete di poter “usare” il pancione come scusa per tagliare i tempi e velocizzare l’attesa. Cercate sempre di essere gentili anche se di fronte trovate persone sgarbate: non pretendete di passare avanti con arroganza.

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Alessandra De Angelis

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