Molti grandi poeti e romanzieri italiani hanno dedicato dei versi al carnevale, tra questi anche alcuni che normalmente non sono assolutamente accostati alla letteratura per l’infanzia, il tema affrontato però c’è. Qui vi propongo qualche filastrocca di carnevale, due sono state scritte da Gianni Rodari, perfette per i bambini, il colore, la fantasia e l’allegria sono al centro di ogni verso. Poi vi ho selezionato una poesia del famoso scrittore Carlo Goldoni, dei versi semplici che parlano del carnevale come un periodo in cui si può essere quello che si vuole ed infine vi ha aggiunto una filastrocca scritta da Gabriele D’Annunzio, un po’ più triste delle altre, almeno sul finale, ma da non perdere visto lo spessore dell’autore.
Tutte le filastrocche che vi propongo ovviamente sono rigorosamente in rima quindi potrete anche cantarle o impararle a memoria con i vostri bambini. Alla fine vi ho aggiunto anche un’ultima filastrocca di G. Giada assolutamente anche in tema con questo 2011 in cui festeggiamo i 150 anni dall’Unità d’Italia.
Filastrocca di Carnevale di Carlo Goldoni
La stagion del Carnevale
tutto il Mondo fa cambiar.
Chi sta bene e chi sta male
Carnevale fa rallegrar.
Chi ha denari se li spende;
chi non ne ha ne vuol trovar;
e s’impegna, e poi si vende,
per andarsi a sollazzar.
Qua la moglie e là il marito,
ognuno va dove gli par;
ognun corre a qualche invito,
chi a giocare e chi a ballar.
Filastrocca di Carnevale di Gabriele D’Annunzio
Carnevale vecchio e pazzo
si è venduto il materasso
per comprare pane e vino
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve beve e all’improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia e mangia…
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale
dalla polvere era nato
ed in polvere è tornato.
Il vestito di Arlecchino, filastrocca di Carnevale di Gianni Rodari
Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un’altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
‘Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene li mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l’altro bolletta!’.
Viva i coriandoli di Carnevale, filastrocca di carnevale di Gianni Rodari
Viva i coriandoli di Carnevale,
bombe di carta che non fan male!
Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell’allegria:
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.
Non servono infermieri
perchè i feriti guariscono
con una caramella.
Guida l’assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.
Cessata la battaglia, tutti a nanna.
Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.