Per la ginecologia una gravidanza si definisce a rischio quando esistono delle condizioni che potrebbero compromettere in qualche modo la salute della mamma o del bambino.
Una gravidanza a rischio può essere determinata sia da fattori che sono presenti già prima della gravidanza sia per ragioni che insorgono successivamente, in ogni caso il timore più grande è che il bambino possa non farcela e allora bisogna cercare di mettere in atto tutta una serie di comportamenti che riducano drasticamente le possibilità della cosiddetta mortalità perinatale, cioè la morte del feto o del neonato tra la 28esima settimana di gestazione e i primi 7 giorni di vita extrauterina.
Gravidanza a rischio sintomi
Se già dalle prime settimane compaiono minacce d’aborto o osserviamo tramite ecografia malformazioni del feto siamo in presenza di sintomi di una maternità a rischio. Anche nel corso della gravidanza potrebbero verificarsi problemi quali scarsa crescita o eccessiva crescita del feto, gravidanza protratta, problemi della placenta (previa o insufficienza placentare), incontinenza cervico-istimica (il collo dell’utero si dilata precocemente), ipossia del feto (carenza di ossigeno nel sangue), esposizione ad agenti nocivi, malattie infettive, test positivo per anomalie cromosomiche. Si tratta di fattori di rischio che occorrerebbe monitorare continuamente per tutto lo svolgimento della gravidanza.
Quali sono le gravidanze a rischio
Talvolta la possibilità che una gravidanza sia a rischio si prefigura già prima del suo instaurarsi. Alcune condizioni fisiche della futura mamma come l’età (inferiore a 17 anni e maggiore dei 35), più gravidanze precedenti o prima gravidanza in età avanzata, aborti, parti prematuri, malformazioni dell’utero, infezioni alle vie urinarie, malattie ereditarie, autoimmuni o infettive, obesità, diabete, cardiopatia, ipertensione, deficit nella nutrizione possono compromettere il normale andamento della gravidanza.
Che fare quando una gravidanza è a rischio
Nel caso in cui si verifichi una o più condizioni che possono determinare una gravidanza a rischio sarebbe utile fare degli esami preventivi in grado di certificare la salute dell’apparato genitale, verificare l’eventuale presenza di malattie o la possibile presenza di portatori (anche sani) di malattie ereditarie, di anomalie cromosomiche o di mutazioni genetiche, tenere sotto stretto controllo patologie come il diabete e l’ipertensione.
Nel caso in cui venga diagnosticata una gravidanza a rischio, invece, sarebbe bene sottoporsi a tutti i controlli che il medico riterrà necessari con una certa frequenza e se il rischio è grave prendere in considerazione anche il ricovero in ospedale che garantisce un monitoraggio costante di tutti i fattori di rischio. In tutti i casi sarebbe opportuno migliorare la qualità della vita della futura mamma: seguire una dieta povera di grassi, limitare caffè, evitare fumo e alcool, evitare sforzi fisici e attività fisica, tranne quella consigliata in gravidanza.
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