Si parla di negazione della gravidanza quando una donna ignora i sintomi dello stato interessante e quindi non si rende conto di aspettare un bambino. Vanno in realtà distinti diniego parziale e totale: nel primo caso la donna si accorge di essere incinta al momento del parto o poco prima mentre nel secondo caso la situazione di incoscienza perdura anche dopo la nascita. Sembra un evento paradossale e impossibile e invece statisticamente riguarda un paio di casi su mille. Vediamo meglio come sia possibile e a cosa è dovuta la negazione della gravidanza.
In realtà a trarre in inganno la donna è il cervello che occulta i sintomi della gravidanza spingendo il corpo a comportarsi come quello di una donna non incinta: addirittura le mestruazioni possono non interrompersi nei nove mesi, il ventre può restare quasi piatto e i movimenti del bambino possono. Alcune donne ad esempio aumentano di appena 4 kg e questo può far pensare ad un semplice periodo di gonfiore e non certo ad una gravidanza. Il feto in molti casi si nasconde perché si sviluppa nella parte superiore dell’utero in senso verticale e non orizzontale e si muove molto poco. E’ intuibile che la gravidanza negata ha non poche ripercussioni psicologiche sulla donna che si chiede come mai non ha saputo rendersi conto dei cambiamenti del suo corpo e che una vita nasceva dentro di lei. L’accettazione del bambino non è sempre naturale e coglie la donna alla sprovvista. Non sono infrequenti casi di morti accidentali in culla e addirittura di infanticidio. Le donne più soggette a negazione della gravidanza sono le adolescenti o quelle a cui era stata fatta in precedenza una diagnosi di sterilità oppure quelle che hanno avuto un figlio da poco e non sospettano una gravidanza ravvicinata oppure ancora nel caso di figli avuti da relazioni extraconiugali o di stupro. In tutti questi casi vi è un rifiuto, anche inconscio, della gravidanza e quindi il corpo si adatta a questa condizione e ‘nasconde’ i sintomi della gravidanza.