L’idrocele nei bambini e nei neonati ha diversi sintomi. L’intervento chirurgico, invece, è consigliato solo in alcuni casi. Ma, che cos’è l’idrocele? L’idrocele è una raccolta di liquido nello scroto, liquido che si deposita attorno al testicolo. Si tratta di un disturbo molto frequente nei bambini e nei neonati. Il problema, infatti, può manifestarsi già nei primi mesi di vita e, in alcuni casi, fin dalla nascita. Può essere monolaterale (e quindi interessare un solo testicolo) o bilaterale (coinvolgendoli entrambi). Infine, non è infrequente che questa patologia si manifesti nel corso degli anni, durante l’adolescenza in particolare. Ma, quali ne sono i sintomi?
Sintomi
In linea di massima, almeno in fase iniziale, l’idrocele (che non va confusa con la varicocele) nei bambini e nei neonati non provoca sintomi evidenti. Essa, dunque, può essere del tutto asintomatica per diversi anni. Quando si manifestano i sintomi, questi sono per lo più:
– ingrossamento e gonfiore dello scroto;
– colorazione violacea del testicolo;
– sensazione di fastidio per il bambino;
– rigonfiamento serale dello scroto dovuto al fatto che la quantità di liquido che scende dalla cavità addominale durante il giorno è maggiore;
– ridimensionamento del testicolo al mattino.
Al manifestarsi di questi sintomi si consiglia di rivolgersi al pediatra, specie se essi perdurano da più di un anno o se il gonfiore è accompagnato da dolore, più o meno intenso.
Cause
Nei neonati l’idrocele può svilupparsi già nel grembo materno. Normalmente, infatti, i testicoli scendono dalla cavità addominale del bambino. Se ciò non accade, si sviluppa una condizione nota come idrocele non comunicante. Generalmente, però, questa si risolve spontaneamente nel giro di un anno. I neonati prematuri, poi, hanno un rischio maggiore di sviluppare idrocele. Nei bambini più grandi, invece, l’idrocele può essere conseguenza di un’infiammazione, un trauma o un’infezione del testicolo.
Cure e intervento
Una volta fatta la diagnosi di idrocele il pediatra può consigliare ai genitori di attendere e verificare se la situazione si risolve spontaneamente. Questo può avvenire anche nel giro di un anno. Anzi, solitamente in questo arco di tempo il problema si risolve senza necessità di cure particolari. Se questo non accade, si procede con un intervento chirurgico per rimuovere il liquido in eccesso e chiudere il canale scrotale rimasto aperto. Il pediatra, però, può aspettare fino ai due o tre anni prima di consigliare il trattamento chirurgico perchè le strutture anatomiche su cui bisogna intervenire sono più grandi e quindi l’intervento risulta più agevole a chi lo pratica (con conseguenti maggiori probabilità di successo). L’operazione avviene di solito in day hospital con anestesia locale. Per qualsiasi altro dubbio, meglio chiedere al pediatra, che fornisce le indicazioni per ciscun caso.
Foto tratta da Pixabay
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