Quando siamo piccole la mamma ha una capacità di rassicurarci ineguagliabile. Basta che dopo un brutto sogno ci dica che gli incubi non si realizzano per farci sentire più tranquille. Questa potere unico che possiede la voce della mamma si mantiene anche quando i figli crescono.
Vi è mai capitato di avere un problema di lavoro: anche se lei non conosce i dettagli tecnici della vostra professione una sua parola può darvi più sollievo di mille frasi di esperti colleghi. Perché questo accade? Ci piace pensare che sia una sorta di magia ma alcuni studi scientifici hanno spiegato anche razionalmente cosa accade ai figli quando ascoltano la voce materna.
LA VOCE DELLA MAMMA: LA PROVA SCIENTIFICA DEL SUO POTERE CALMANTE
Come spesso accade pare che la spiegazione scientifica sia di natura ormonale. Pare infatti che la voce della mamma abbia una duplice funzione sui figli, e in particolare sulle figlie femmine: alza il livello di ossitocina, che ci mette di buon umore, e abbassa quello del cortisolo, l’ormone legato alla sensazione di stress.
La ricerca è stata pubblicata sull’ultimo numero della rivista scientifica Evolution and Human Behaviour. L’esperimento ha coinvolto 64, bambine e ragazze tra i 7 e i 12 anni e senza problemi conflittuali in famiglia.
A queste volontarie è stato richiesto di risolvere complessi problemi matematici di fronte a tre osservatori adulti e dall’aspetto severo e impassibile.
L’obiettivo era proprio quello di simulare situazioni di stress. A tutte è stato dunque misurato il livello di cortisolo che è risultato prevedibilmente molto alto. Il gruppo è stato poi smembrato in quattro sottogruppi: alla prime è stato permesso di vedere faccia a faccia la mamma per qualche minuto, alle seconde è stato concesso di parlarle al telefono, le terze si sono dovute accontentare di scambiarsi con le rispettive madri un sms mentre alle ultime è stato impedito ogni tipo di contatto. L’effetto del tipo di contatto avuto (o non avuto) è stato immediato.
Le misurazioni di cortisolo a questo stadio hanno infatti fatto registrare un notevole calo, proporzionale al tipo di contatto che le ragazze avevano avuto con la voce materna. Poco efficace l’sms o il contatto scritto in generale: per quanto le parole usate potessero essere dolci era proprio il mezzo di comunicazione ad essere freddo per natura.
L’ossitocina ha fatto registrare un andamento esattamente opposto: nei primi due sottogruppi è salito notevolmente mentre è rimasto stabile nel terzo e nel quarto.
Insomma non conta molto quello che la mamma ci dica (difficile pensare che avessero le soluzioni dei problemi matematici). A calmarci è il tono e il timbro della voce, ossia dalla prosodia della voce materna.
Sarebbe simpatico fare lo stesso esperimento con la voce della suocera!
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