Le fiabe dei fratelli Grimm per bambini

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Cosa insegnano ancora oggi le fiabe dei fratelli Grimm ai bambini? Jacob Ludwig Karl Grimm e Wilhelm Karl Grimm, meglio noti come “fratelli Grimm”, furono due linguisti e filologi che ebbero l’idea di raccogliere e rielaborare le fiabe della tradizione popolare tedesca. Fra le fiabe più celebri da loro pubblicate vi sono classici del genere come: Hänsel e Gretel, Cenerentola, Il principe ranocchio, Cappuccetto Rosso e Biancaneve.

Le loro storie hanno spesso un’ambientazione oscura e tenebrosa, fatta di fitte foreste popolate da streghe e lupi in cui accadono terribili fatti di sangue, così come voleva la tradizione popolare tedesca. E questo ha fatto muovere nel tempo diverse critiche a questi autori ai quali si chiedeva perché venissero proposti ai bambini dei concetti e degli eventi anche tristi e infausti. A queste osservazioni non era mancata la pronta risposta dello stesso Jacob Grimm che, in una sua lettera, affermava: “Le fiabe per bambini sono mai state concepite e inventate per bambini? Io non lo credo affatto e non sottoscrivo il principio generale che si debba creare qualcosa di specifico appositamente per loro. Ciò che fa parte delle cognizioni e dei precetti tradizionali da tutti condivisi viene accettato da grandi e piccoli, e quello che i bambini non afferrano e che scivola via dalla loro mente, lo capiranno in seguito quando saranno pronti ad apprenderlo. È così che avviene con ogni vero insegnamento che innesca e illumina tutto ciò che era già presente e noto, a differenza degli insegnamenti che richiedono l’apporto della legna e al contempo della fiamma”. L’unica opera di epurazione che i due fratelli portarono a termine rispetto alle versioni originali della tradizione popolare tedesca fu quella che riguardava i contenuti sessualmente espliciti, piuttosto comuni nelle fiabe del tempo e ampiamente edulcorati nella narrazione dei fratelli tedeschi.

Cosa possono insegnare, ancora oggi, ai bambini questi componimenti? La fiaba è, in generale, un vero e proprio strumento educativo. Non solo un modo per creare un bel rituale prima del sonno, le fiabe contribuiscono a dare ai più piccoli degli elementi in contrasto (come il concetto di bene e male), che sono passibili di applicazione nella vita reale e nel loro processo di crescita. Attraverso questi racconti, quindi, i bambini formano la loro coscienza e si misurano con esperienze nuove. Inoltre, raccontare queste fiabe ai più piccoli, li aiuta in un’attività a loro congeniale e necessaria, che è quella dell’immaginazione.

L’unica raccomandazione che è doveroso fare agli adulti è quella di accompagnare i bambini nella lettura delle fiabe. Infatti, se è vero che anche i più piccoli hanno un’innata capacità di gestire la paura, è anche vero che, se non seguiti adeguatamente, potrebbero sviluppare delle fobie irrazionali. Insomma, le favole possono essere proposte ai bambini sin da piccoli, ma con l’aiuto e la vicinanza dei genitori nella loro comprensione.

Proponete ai bambini anche le favole di Fedro oppure quelle di Esopo!

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Rossella Giglio

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