Maria Montessori, frasi celebri dell’educatrice che ha insegnato ‘la libertà’
Attraverso le frasi celebri di Maria Montessori possiamo avere un assaggio di ciò che fu ed è ancora oggi il suo metodo educativo. Maria Montessori fu una donna caparbia e colta che studiò e mise in pratica un modo di educare i bambini rivoluzionario a suo tempo ed ancora innovativo e messo in pratica in molte scuole di oggi. Maria Montessori visse tra il 1870 e il 1952 è stata una pedagogista ma anche una filosofa, una scrittrice, un medico, una scienziata e ovviamente un’educatrice. Nel 1909 pubblicò il libro che la rese celebre e che gettò le basi per il suo metodo educativo: Il metodo della pedagogia scientifica. Il testo fu tradotto in numerosissime lingue e questo fece conoscere il ‘metodo Montessori’ in tutto il mondo.
‘Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità, questo sosteneva Maria Montessori. Nel numero di settembre del mensile Wired si diceva che i più grandi cervelli del nostro tempo hanno frequentato le scuole Montessori, tra questi anche Larry Page, il fondatore di Google, e Jimmy Wales, il creatore di Wikipedia. Per capire da dove nacque questo metodo, come sostiene in numerosi testi anche l’autrice, bisognerebbe capire in che modo veniva trattata la salute e l’educazione dei bambini tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. Per fare un quadro veloce, immaginate che i neonati venivano fasciati perchè non crescessero con le gambe storte, gli veniva messa la cuffietta per tenergli le orecchie attaccate alla testa, e le mamme ricche avevano le balie che allattavano al posto loro. Il metodo Montessori ha riportato il bambino alla natura, ha dato modo ai piccoli di rivalersi su delle credenze che facevano solo comodo ad una società che voleva i bambini zitti e fermi, riaffermando il loro essere i futuri uomini ed essere umani. Ecco alcune frasi!
Frasi celebri di Maria Montessori
L’educazione comincia alla nascita.
La questione sociale del bambino non ha limiti di casta, nè di razza, nè di nazione. Il bambino, non funzionando socialmente è come, e solo, un’appendice degli uomini adulti.
I bambini sono così capaci di distinguere fra le cose naturali e le cose soprannaturali, che la loro intuizione ci ha fatto pensare ad un periodo sensitivo religioso: la prima età sembra congiunta con Dio come lo sviluppo del corpo è strettamente dipendente dalle leggi naturali che lo stanno trasformando.
Io ricordo una bambina di due anni, che, messa davanti ad una statuina del Bambino Gesù, disse: ‘Questa non è una bambola’.
Una prova della correttezza del nostro agire educativo è la felicità del bambino.
La cultura si deve lasciar prendere attraverso l’attività, con l’aiuto di materiali che permettano al bambino di acquistarla da solo, spinto dalla natura della sua mente che cerca, e diretto dalle leggi del suo sviluppo.
Religiosi e liberi nelle loro operazioni intellettuali e nel lavoro che il nostro metodo offre, i piccoli si mostrano spiriti forti, robusti eccezionalmente; come sono robusti i corpicciuoli di fanciulli ben nutriti e puliti. Crescendo in tal guisa non hanno né timidezza, né paura.
Aiutiamoli a fare da soli.
Le radici di ogni pianta cercano, tra le molte sostanze che il suolo contiene, solo quelle di cui la pianta ha bisogno.
Ecco dunque un principio essenziale: insegnare i dettagli significa portare confusione. Stabilire la relazione tra le cose, significa portare la conoscenza.
La cultura è assorbita dal bambino attraverso esperienze individuali in un ambiente ricco di occasioni di scoperta e di lavoro.
Spesso, tra bambini e genitori, si invertono le parti. I bambini, che sono degli osservatori finissimi, hanno pietà dei loro genitori e li assecondano per procurare loro una gioia.
Ciò che muove il bambino all’attività è un impulso interiore primitivo, quasi un vago senso di fame interna, ed è la soddisfazione di questa fame che lo conduce a poco a poco ad un complesso e ripetuto esercizio dell’intelligenza nel comparare, giudicare, decidere un atto, correggere un errore.
Il bambino è padre dell’umanità e della civilizzazione, è il nostro maestro, anche nei riguardi della sua educazione.
L’abilità del maestro di non interferire arriva con la pratica, come tutto il resto, ma non arriva mai facilmente.
Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo.
Non possiamo creare osservatori dicendo ai bambini: ‘Osservate !’, ma dando loro il potere e i mezzi per tale osservazione, e questi mezzi vengono acquistati attraverso l’educazione dei sensi.
L’educazione è un processo naturale effettuato dal bambino, e non è acquisita attraverso l’ascolto di parole, ma attraverso le esperienze del bambino nell’ambiente.
Le mani sono gli strumenti propri dell’intelligenza dell’uomo.
Per aiutare un bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente che gli consenta di svilupparsi liberamente.
La crescita deriva dall’attività, non dalla comprensione intellettuale.
È necessario che l’insegnante guidi il bambino, senza lasciargli sentire troppo la sua presenza, così che possa sempre essere pronto a fornire l’aiuto desiderato, ma senza mai essere l’ostacolo tra il bambino e la sua esperienza.