Secondo una recente ricerca condotta dalla Kelly Services, multinazionale americana specializzata nel settore risorse umane, le mamme lavoratrici sarebbero le più produttive. Hanno capacità di problem solving nel lavoro superiori rispetto a quelle delle altre, sono più tenaci e pazienti, sono più brave a gestire gli imprevisti e il lavoro duro non le spaventa eppure la maternità raddoppia lo stress sul lavoro.
Stiamo parlando della sindrome da ‘stress lavoro-correlato‘ che colpisce un lavoratore su quattro, ma l’indice raddoppia non solo tra le donne in maternità, ma anche tra i loro colleghi d’ufficio a causa delle mancate sostituzioni.
La futura mamma è assalita dall’ansia perché teme di incontrare difficoltà nella ricollocazione dopo il parto, sappiamo bene infatti che in Italia l’occupazione cala quasi del 7% nel caso di uno o due figli. Assaliti dall’ansia anche i colleghi della gestante che temono per la mancata sostituzione che di fatto aumenta la loro mole di lavoro per un periodo piuttosto lungo.
Ad evidenziare il fenomeno sono le rilevazioni del Laboratorio Fiaso (Federazione italiana delle aziende sanitarie ed ospedaliere) sul ‘Benessere organizzativo’, nato con il contributo della Boeringher Ingelheim.
Basti pensare che in oltre il 60% dei casi le lavoratrici che vanno in maternità in Asl e ospedali pubblici non vengono sostituite per via delle sempre più austere politiche di bilancio imposte dai tagli alla sanità pubblica regionale con enormi rischi per i pazienti. ‘In ospedale o in ambulatorio – spiega, infatti, Giancarlo Sassoli, coordinatore del laboratorio Fiaso e direttore generale della Asl 12 di Viareggio – è comprovato che i sanitari sottoposti a maggior stress da lavoro correlato commettono anche più errori clinici‘.
Eppure secondo l’indagine della International Personal Management la ‘riorganizzazione del benessere aziendale‘ genera un miglioramento del 30% delle prestazioni individuali.
Non solo, il Rapporto Asfor (l’Associazione Italiana per la Formazione manageriale) dice che il 27,5% delle aziende italiane forma il proprio management per migliorare il benessere lavorativo e la produttività dei dipendenti e dove migliora il ‘clima interno‘ la produttività cresce di oltre il 27% e, quel che forse più conta, la customer satisfaction, ossia l’indice di gradimento dei clienti, sale di ben 47 punti percentuali.
Stando a questi risultati e fatti due conti, forse la sostituzione maternità converrebbe a tutti: alla futura mamma, ai colleghi e alla azienda.