Il muco cervicale viene prodotto dalle ghiandole situata nel canale tra vagina e utero. Esso ha in primis una funzione di protezione perché impedisce ai batteri di oltrepassare il canale in caso di infezioni vaginali. Durante quasi tutto il ciclo mestruale il muco cervicale rappresenta una barriera anche per gli spermatozoi ma appena prima dell’ovulazione trasforma la sua composizione, per via dell’influenza degli estrogeni e del progesterone e favorisce il loro passaggio verso il canale vaginale.
Il muco fertile è infatti meno acido e più fluido ed elastico. Il muco cervicale, nutrendo gli spermatozoi, permette la fecondazione. Per questo motivo, se non è presente nel canale una quantità di muco sufficiente, è impossibile restare incinta, sebbene si calcolino alla perfezione i giorni fertili.
Appare chiaro dunque che la quantità e la consistenza e umidità del muco è un elemento per stabilire l’inizio e la fine del periodo fertile. E’ per questo motivo che durante l’ovulazione può aversi una sensazione di bagnato, simile al gel delle ecografie.
Quando il follicolo si rompe invece, a causa del progesterone, il muco diventa giallognolo e grumoso e tende a scomparire lasciando una sensazione di secchezza vaginale. Ciò avviene quindi subito dopo le mestruazioni. In questa fase l’ovulazione è conclusa per questo molte donne si affidano al metodo Billing come contraccettivo naturale.
E’ evidente che l’analisi del muco cervicale può aiutare a calcolare il periodo fertile: il metodo Billings propone esattamente questo. L’ultimo giorno in cui si manifesta il muco cervicale fertile, ovvero elastico e liquido, è considerato quello di massima fertilità. Solitamente il periodo migliore per avere rapporti se si vuole restare incinta dura 4-5 giorni.
Per facilitare la produzione di muco è importante bere tanta acqua o succo di pompelmo e ridurre invece il consumo di caffè. Occorre studiare i segnali del proprio corpo: meglio evitare lavande interne o l’uso di salvaslip che impediscono di valutare il livello di umidità del muco. Osservate il muco la mattina presto, magari abbinando la misurazione della temperatura basale per essere più sicure. Ovviamente non è facile individuare le differenze da subito: in media servono tre cicli mestruali. Se non riuscite a regolarvi con un’osservazione esterna fate fuoriuscire manualmente il muco con le dita. Ci sono inoltre alcuni fattori che possono alterare il muco vaginale e quindi rendono più difficile determinare il calcolo dei giorni fertili con il metodo Billings. Citiamo tra gli altri le infezioni vaginali, le pieghette del collo dell’utero e l’uso di antistaminici.
Il metodo Billings rappresenta dunque allo stesso tempo una tecnica per restare incinta o per evitare una gravidanza. Va detto che nei giorni intermedi, quando il muco cervicale c’è ma non è al massimo della sua fluidità e dunque è teoricamente ostile al passaggio degli spermatozoi, l’eventualità della gravidanza non va del tutto esclusa.