Ovodonazione, le coppie con problemi di fertilità vanno all’estero

fertilità coppia

Decidere di avere un figlio è già una scelta molto difficile da fare in questo momento di crisi economica mondiale, e l’Italia si distingue per il suo bassissimo tasso di natalità, eppure molte coppie per fortuna ci pensano, ma nel nostro paese circa 10 mila coppie hanno problemi d’infertilità e le nostre leggi, in molti casi, non favoriscono la procreazione assistita. Per questo motivo tantissime coppie decidono di affidarsi a strutture straniere per usufruire dell’ovodonazione.

In molti paesi europei non ci sono particolari restrizioni per ricevere la ovodonazione. In Spagna ed in Grecia, per esempio non è necessario essere sposati o conviventi, si può anche essere single o omosessuali per decidere di avere un figlio in maniera assistita. Proprio per questo motivo, moltissime coppie italiane decidono di recarsi in questi paesi per usufruire della PMA ovvero Procreazione Medicalmente Assistita con ovodonazione.

Le cliniche all’estero, specializzate in queste tecniche, ospitano donne di tutte le età con problemi d’infertilità, scarsa qualità dei propri ovociti, problemi genetici o in menopausa che finalmente possono esaudire il desiderio di tutta una vita.

In Spagna la donazione è completamente anonima mentre in Austria è possibile conoscere il nome della donatrice, in Finlandia invece è tenuto un vero e proprio registro di donatrici e riceventi per cui al compimento del diciottesimo anno il bambino nato con ovodonazione potrà scegliere di conoscere le persone che hanno partecipato alla sua nascita.

In Italia come funziona? Perchè tutti si recano all’estero per ricevere questi benefici? Nel nostro paese la legge 40/2004 vieta la fecondazione con donazione dei gameti, vieta la fecondazione assistita ai single e omosessuali, vieta il congelamento degli embrioni e, nella fecondazione assistita con ovuli propri, vieta la produzione di massimo 3 embrioni per ciclo di stimolazione ovarica, limitando così l’efficacia della tecnica.

Molti sono i dibattiti legati a questa legge restrittiva, nel 2004 i Radicali Italiani depositarono 4 referendum abrogativi in Corte di Cassazione. Il 12 e 13 giugno 2005 si tenne il voto, ma votò solo il 25,9% degli aventi diritto, perciò non fu raggiunto il quorum.

La questione è ancora ampiamente aperta e il Turismo Procretivo aumenta a dismisura, le ragioni sono da ricercare principalmente nella grande influenza che nel nostro paese ha l’Istituzione Cattolica del Vaticano sia in politica che nella ricerca medica.

Siamo in Europa, ma sotto questo punto di vista siamo dietro a molti paesi che noi stessi definiamo sottosviluppati!

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Francesca Rendano

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