Poesie sulla notte per bambini per favorire il sonno

poesie notte
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E’ sera ed avete voglia di leggere una poesia per bambini sulla notte ai vostri piccoli, spesso questo può servire per sconfiggere la paura del buio, la paura dell’oscurità. Dare un senso poetico e semplice alla notte leggendo una poesia con i bambini sul tema potrebbe servire a sdrammatizzare il distacco mamma bambino che avviene ogni sera prima di addormentarsi. Ecco una selezione di belle poesie sulla sera e sulla notte per favorire un sonno tranquillo.

Notte
Scende la notte tranquilla e bruna,
non c’è la luna;
brillan le stelle a cento a cento,
non canta il vento;
regnano ovunque silenzio e pace,
l’assiolo tace.
(D. Ferri)

Mattino, giorno, sera, notte
Quando langue a poco a poco
il bel foco
delle stelle, e pian pianino
si dilata su nel cielo
bianco un velo,
noi diciam: “Sorge il mattino.”
Quando il sol coi vivi lampi
brucia i campi,
e solenne squilla attorno
della cupola lontana
la campana,
noi diciamo: “E’ mezzogiorno”.
Quando il grande astro lucente
a occidente
volge in giù la propria sfera,
e la fresc’aura gradita
dolce invita,
noi diciamo: “Ecco la sera”.
Quando l’aere di rabbruna
e la luna
che le nubi in alto ha rotte
piove un raggio inargentato
sul creato
noi diciam: “Scende la notte”
(E. Fiorentino)

La sera
Cadon due rintocchi
come fragili foglie
da un albero che trema.
Con le manine giunte
un bimbo le raccoglie,
balbetta una preghiera.
E d’incanto s’avanza,
su taciti sentieri,
estatica la sera.
(G. Aimone)

Di sera
“Din don” fan le campane
“Andate a riposare!”
Risponde un uccellino:
“Cip cip, son qui a sognare!”
“Qua qua” gridan le rane
“Vogliamo un po’ cantar.”
“Pi pi” geme il pulcino
che non si vuol chetar.
“Bau bau” abbaia un cane
“Nessuno ha da passar!”
“Gnau gnau” dice il gattino
“Un topo vo’ acchiappar”.
“Zitti tutti… Piano piano
dorme alfine il mio bambino:
ora gioca assai lontano
in un grande e bel giardino,
dove sono gli angiolini…
tutti a nanna, bei bambini!
(B. Pistamiglio)

Le stelle
“Mammina, contiamo le stelle?”
“Oh, bimbo! E come vuoi fare?”
“Io scelgo lassù le più belle,
vedrai che son bravo a contare.
Ne ho scelte già dieci, già venti…
il cielo ne è tutto fiorito…
Le colgo… e in pochi momenti
le perdo… non ho mai finito!”
(G. Fanciulli)

La sera
Tutt’intorno alla casa,
c’è un giardino di ciliegi.
Tutt’intorno ai ciliegi,
ronzano i calabroni.
Tornano gli aratori con l’aratro.
Le fanciulle camminano cantando.
Aspettano, le madri, con la cena.
Sotto i ciliegi,
la famiglia siede a mensa.
S’accende
la stella del vespro. La figlia
porta la cena in tavola. La madre
le vorrebbe insegnare… Ma non può.
L’usignolo le tronca la parola.
La madre dispone,
vicino alla casa,
i più piccoli figli.
Li fa addormentare.
Si addormenta con loro. Tutto tace.
Soltanto le fanciulle
non tacciono. E l’usignolo.
(T. Scevcenko)

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