Sofferenza fetale: quali sono i sintomi, le cause e le possibili conseguenze? Quando le donne sono in dolce attesa sentono spesso parlare di sofferenza fetale, senza capire bene che cosa sia. Si tratta di un termine che, comunque, genera sempre molta preoccupazione, dal momento che indica uno stato di “sofferenza”, appunto, per il bebè. In effetti la sofferenza fetale è una condizione da non sottovalutare, perché può avere delle conseguenze, anche serie, sull’esito della gestazione. In linea generale, comunque, si può dire che indica uno stato di sofferenza fetale il battito cardiaco del bambino che rimane sotto la norma (che a termine di gravidanza si aggira tra i 120 e i 160 battiti al minuto) per un periodo di tempo prolungato. Ovviamente, a determinare questo stato di sofferenza, possono essere diverse cause. Quali sono?
Cause
Le cause della sofferenza fetale sono generalmente imputabili a uno scarso afflusso di sangue al cervello del feto. Questo può essere determinato da: contrazioni molto intense e molto prolungate del muscolo uterino, cordone ombelicale con dei nodi o attorcigliato intorno al collo del bambino e malformazioni o patologie cerebrali del feto. Altri fattori che possono determinare sofferenza fetale sono: una malattia della madre durante la gravidanza e non (come anemia e ipertensione), disfunzioni della placenta (come il distacco prematuro della placenta dalla parete uterina), problemi del cordone ombelicale (come la compressione) e infezioni o altre patologie del feto. Ad ogni modo, la sofferenza fetale può manifestarsi in qualsiasi momento della gravidanza, anche durante il travaglio. I sintomi da cui riconoscerla sono diversi.
Sintomi
I sintomi della sofferenza fetale possono essere diversi e le mamme devono stare ben attente ad individuarli. Tra i possibili sintomi ci sono anche: arresto o diminuizione dei movimenti del bambino in pancia, perdite di sangue vaginali, crampi addominali, alta pressione sanguigna e aumento di peso. Va anche detto che questi sintomi non sono sempre indiziari di sofferenza fetale. Ad esempio, l’aumento della pressione sanguigna durante i nove mesi, è molte comune. Stesso discorso per l’aumento di peso.
Conseguenze
Quali sono le conseguenze a lungo termine di una sofferenza fetale? Sicuramente più la mancanza di ossigeno è stata prolungata più è probabile che si sviluppi un malfunzionamento di una parte del cervello con possibili ritardi mentali o ritardo di sviluppo cognitivo e motorio. Per fortuna, comunque, solo sofferenze fetali prolungate provocano danni di questo genere. Generalmente le donne individuano il problema prima che sia così grave. Generalmente, quindi, si interviene tempestivamente, anche con un cesareo d’urgenza, qualora dovesse presentarsene la necessità. Al manifestarsi dei primi sintomi di sofferenza fetale, comunque, si consiglia di rivolgersi immediatamente al ginecologo.