Sono incinta: come dirlo al tuo capo

Colloquio con il capo

Quando sei incinta avresti voglia di gridarlo al mondo intero, tranne che al tuo capo. Ovviamente la gravidanza non è una cosa di cui vergognarsi e non rappresenta una negligenza sul posto di lavoro ma al momento di parlare con il datore di lavoro si crea una sorta di soggezione e paura. Vediamo come affrontare questo momento al meglio.

Dal punto di vista normativo avete fino a pochi giorni prima dall’entrata del settimo mese per comunicare al vostro datore di lavoro che siete incinta. Ma ovviamente noi non agiamo solo secondo quanto prescrive la legge: nei rapporti interpersonali ci sono altri fattori che incidono sulle nostre decisioni. E poi alla vigilia del settimo mese la cosa potrebbe essere già evidente a causa del pancione. Ecco nel caso specifico quali fattori possono incidere.

L’andamento della gravidanza: se ci sono delle complicazioni già dalle prime settimane è opportuno parlarne con anticipo.

Il posto di lavoro: molto dipende anche dal ruolo che occupiamo nell’azienda e dall’ambiente lavorativo. Se ad esempio si stanno stringendo i tempi per la consegna di un progetto importante è meglio rimandare a dopo quella data.

L’esperienza delle colleghe mamme: ci sono posti di lavoro in cui ogni volta che una dipendente è incinta si crea un problema, soprattutto se sono aziende di piccole dimensioni. Se ci sono stati diversi casi di “gravidanze a rischio” sospette cercate di chiarire la vostra disponibilità a comportarvi correttamente, nei limiti delle vostre possibilità e senza mettere a rischio la vostra salute e quella del nascituro.

Il carattere: tutti questi elementi da considerare prima di parlare con il capo sono però secondari ad un aspetto fondamentale, che è il nostro carattere. Ci sono persone riservate, che preferiscono vivere la loro privacy con intimità, e altre che non riuscirebbero mai a mantenere un segreto così grande. Ricordate che un conto è confidarlo ad una collega davvero fidata: ma se state spargendo la notizia tra dipendenti ditelo anche al capo prima che la voce gli arrivi per altre vie. Questa vostra reticenza potrà apparire sospetta e poco professionale.

Quando comunicate la notizia comunque non fatelo con l’aria soddisfatta di chi pregusta il riposo a casa ma neppure con il volto colpevole. Non avete mancato di rispetto a nessuno: è un evento naturale bellissimo, forse il più emozionante che la vita offre. Non permettete a nessuno di rovinarvi questo momento. Avrete modo durante la maternità di dimostrare la vostra serietà professionale: fate in modo che i vostri diritti non siano mai calpestati. Purtroppo i casi di mobbing durante la maternità o al rientro post parto non sono infrequenti. Ognuna si sente di comunicare questa cosa con tempi e modi del tutto personali: il consiglio è comunque quello di non aspettare che il pancione o qualche collega pettegola sveli il segreto prima di voi.

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Alessandra De Angelis

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