Strani movimenti involontari del volto o del corpo, ma non solo: i tic nervosi possono avere forme e caratteristiche differenti e spesso colpiscono anche i più piccoli, i bambini. Ecco di cosa si tratta esattamente, in quali modi si possono declinare i tic, le cause scatenanti, i rimedi e i consigli per affrontare il problema utili a mamma e papà.
Di cosa si tratta
Con il termine tic nervoso si intende la ripetizione di movimenti convulsi e involontari di determinati muscoli del corpo, in una successione rapida, improvvisa, ricorrente e cadenzata. Niente di razionale o consapevole, però. Il piccolo compie strani movimenti per un’esigenza di farli del tutto inconsapevole e incontrollabile. È come se fossero i muscoli stessi a decidere quando e come muoversi.
Non esiste un solo tipo di tic, con contorni e caratteristiche definiti. Esistono, al contrario, molte possibili versioni di tic. In particolare, tra i più frequenti ci sono quelli motori che coinvolgono la parte superiore del corpo, il collo e il viso, caratterizzati, per esempio, da movimenti della bocca o degli occhi. Non sono da escludere, però, anche i tic verbali, che si manifestano con l’emissione improvvisa di strani suoni o la ripetizione anomala di sillabe o parole.
Non c’è un vero e proprio limite di età per la comparsa dei tic. Possono esordire in tenera età, quando il piccolo non ha ancora compiuto il primo anno di vita, ma nella maggior parte dei casi compaiono tra i due e i sei anni di età.
Le cause
Difficile puntare il dito contro un vero responsabile. Fatta eccezione per rari casi in cui il tic nervoso è sintomo di una malattia neurologica, solitamente la causa è da ricercare in un disagio psicologico ed emotivo del bimbo. Il corpo, attraverso suoni e movimenti anomali, è il mezzo con cui il bimbo esprime le sue emozioni e i suoi timori.
Un evento stressante, un cambiamento improvviso, come l’inizio della scuola materna, il ritorno al lavoro della mamma o l’arrivo di un fratellino possono essere annoverati tra i fattori scatenanti più accreditati. In particolare, l’onicofagia (mangiare le unghie) è un tic nervoso, utilizzato dal piccolo per esprimere la sua rabbia. La tricotillomania, l’arrotolarsi nervosamente e in modo frequente i capelli è un tipico atteggiamento regressivo, utilizzata dal piccolo per ricreare le sensazioni delle coccole e del cullarsi.
Cosa fare
Solitamente, è solo questione di pazienza: i tic nervosi sono disturbi passeggeri destinati a risolversi nell’arco di qualche mese.
Niente farmaci o cure specialistiche, solo mamma e papà, fondamentali, per il piccolo: devono cercare di parlare con lui, di capire l’origine del suo disagio e di aiutarlo a superarlo.
Se il disturbo, invece, non accenna a scomparire, meglio chiedere aiuto al pediatra. In alcuni casi, è necessario un supporto psicologico, con sedute mirate di psicoterapia.