Un dato allarmante emerge da un rapporto dell’Associazione matrimonialisti italiani (Ami) che afferma che in Italia ci sarebbero 800 mila nuovi poveri e tra questi l’80% sono uomini ed il 20% donne. La separazione è uno degli elementi che riduce sul lastrico la maggioranza degli uomini.
I poveri italiani sarebbero 8,3 milioni di cui il 20% donne ed il resto per la maggior parte padri separati.
La separazione, in questo momento di crisi è un affare di lusso, i dati lo dimostrano, non tutti se lo possono permettere. Mantenere due case e due nuclei familiare è troppo dispendioso.
Spesso è proprio a causa della crisi che nelle coppie iniziano a nascere i primi problemi: difficoltà ad arrivare alla fine del mese, impossibilità di andare in vacanza e mille problemi che nascono semplicemente dal fatto che, non avere soldi, in particolare quando si hanno anche figli, è un grande problema.
La crisi ci sta decisamente mettendo a dura prova, trovare lavoro è difficile sia per gli uomini che per le donne, i sostegni alle famiglie non bastano e i dissidi all’interno dei nuclei familiari aumentano per le innumerevoli difficoltà da superare.
I padri di famiglia che guadagnano in media 2000 euro al mese, in caso di separazione devono rinunciare al 70% dello stipendio per il mantenimento dei familiari e della casa coniugale, fattore fondamentale per la donna e per i bambini, ma all’uomo non è data nessuna garanzia per il mantenimento della propria dignità. A Milano i separati che vivono da clochard sono circa 50mila e a Roma 90 mila, la maggioranza frequenta le mense della Caritas, dorme in auto, da amici e i fortunati tonano alle famiglie di origine.
Ovviamente il sostegno alle madri sole con figli è fondamentale e la causa di questa situazione non è certamente da attribuire alle spese che sostengono le donne per crescere da sole i figli. Il dito, come spesso accade, nei momenti di crisi, è da puntare contro lo Stato che fa troppo affidamento sui piccoli capitali delle famiglie italiane.
Attendendo dei provvedimenti in questo senso, propongo una riflessione a tutte le famiglie. Forse questo difficile momento ci dovrebbe far riflettere a lungo sulla possibilità di separarsi. Quando si decide di ‘amarsi e rispettarsi’ (e lungi da me un riferimento alla religione), forse è proprio in casi così estremi che bisognerebbe tentare di sostenersi e fare il tutto e per tutto in armonia e complicità per risolvere i problemi, tentando di andare avanti con la famiglia unita.
In fondo è anche grazie alle famiglie unite del dopo guerra che noi abbiamo potuto sopravvivere alla crisi meglio di altri paesi.
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