Negli ultimi tempi, nel nostro Paese abbiamo assistito ad un autentico boom di matrimoni misti. Ma vi siete mai domandati come si procede materialmente per unire in matrimonio due persone differenti per religione, per cultura o semplicemente nel caso in cui uno dei due sia cattolico e l’altro ateo o comunque non credente?
In tutti questi casi è possibile celebrare la cerimonia in chiesa? La casistica è abbastanza ampia e articolata, ma procediamo con ordine.
Matrimonio misto cattolico ateo
Nel caso di matrimonio tra persone di religione diversa, ma entrambe battezzate secondo il rito cattolico, si può procedere alla celebrazione con la licenza dell’Ordinario dopo che il futuro sposo di religione cattolica abbia ufficialmente sottoscritto davanti al parroco la seguente dichiarazione: ‘dichiarazione di essere pronti ad allontanare i pericoli di abbandonare la Fede e la promessa che i figli siano battezzati ed educati secondo i canoni della Chiesa cattolica‘. Entrambi i futuri coniugi devono essere consapevoli dei fini e delle proprietà essenziali del matrimonio, che non devono essere esclusi da nessuno dei due e cioè: unicità della coppia nell’amore reciproco, stabilità-indissolublità del legame matrimoniale, apertura all’accoglienza di figli (non impedirne il concepimento con metodi anticoncezionali non-naturali), educazione dei figli alla fede cattolica.
Il futuro sposo ateo o comunque non credente non deve convertirsi al cristianesimo ma deve condividere i punti essenziali del matrimonio secondo la legge morale naturale e condividere in coscienza i valori naturali del matrimonio (unico, esclusivo, perpetuo, indissolubile, fecondo nel senso di aperto alla vita). Se sono soddisfatte queste condizioni il Vescovo – di solito- concede alla parte cattolica la dispensa di sottostare al Codice e dunque di celebrare il matrimonio con rito cattolico.
Nel caso invece di Matrimonio ‘interreligioso’ (altrimenti detto ‘di disparità di culto‘) vale a dire, celebrato tra due cattolici appartenenti a religioni non cristiane e, quindi, non battezzati, oltre alla dichiarazione prevista per il matrimonio misto, occorre ottenere dall’Ordinario la ‘Dispensa dall’impedimento di disparità di culto‘. Il parroco deve anzitutto interrogare i futuri sposi sul perché vogliano sposarsi in chiesa. Secondo la dottrina cattolica, infatti, il matrimonio ha dignità sacramentale solo quando è celebrato da due battezzati. Nel caso di matrimonio fra una parte cattolica e una non battezzata, la competenza della Chiesa cattolica sul vincolo di diritto naturale si fonda sul fatto che uno dei due futuri sposi è battezzato cattolico e si traduce nella concessione o meno della dispensa che toglie l’impedimento dirimente alle nozze. La dispensa deve essere richiesta dal parroco della parte cattolica all’Ordinario del luogo, normalmente attraverso il competente ufficio della Curia diocesana.
Matrimonio misto cattolico musulmano
Nel caso di Matrimonio tra un cattolico ed un mussulmano è obbligatoria l’ ‘Autorizzazione dell’Ordinario‘.
Le coppie miste di cattolici e musulmani che intendono oggi formare una famiglia, alle difficoltà che incontra una qualsiasi altra coppia, devono aggiungere quelle connesse con le profonde diversità culturali e religiose. Far acquisire consapevolezza riguardo a queste difficoltà è un primo, fondamentale servizio da rendere a chi chiede un tale matrimonio. Il parroco deve accertare, inoltre, nelle modalità consuete, lo stato libero della parte musulmana. Tenuto conto della peculiarità del caso, è opportuno che i futuri sposi si presentino al parroco almeno sei mesi prima delle nozze.
Matrimonio canonico
La Chiesa cattolica, infine, può autorizzare e, quindi celebrare, il matrimonio ‘con’ o ‘tra’ minorenni, ma questo avrà valore solo per la Chiesa prendendo il nome di ‘matrimonio canonico‘. Soltanto una volta raggiunta la maggiore età, infatti, gli sposi potranno conclusivamente regolarizzare la loro posizione con lo Stato.