Separazione consensuale fai da te: pro e contro

Separazione fai da te: pro e contro

Le cronache parlano chiaro, negli ultimi anni in Italia abbiamo assistito al boom di divorzi e separazioni. Sappiamo che si tratta di procedimenti molto lunghi, che talvolta sfiorano il decennio e anche parecchio costosi.

Ma come si fa quando non si hanno i soldi per affrontare un divorzio? Si può gestire autonomamente la rottura del proprio matrimonio? La risposta è sì, ma vanno fatte alcune importanti precisazioni. La separazione dei coniugi può essere raggiunta con l’accordo di entrambi coniugi, ma anche quando i due non sono d’accordo. In questo secondo caso si dice giudiziale ed è necessario l’avvocato.

La separazione consensuale

La separazione consensuale si risolve in un ricorso congiunto al tribunale con la firma di entrambi i coniugi a differenza di quanto avviene con la separazione giudiziale dove i coniugi sono su pozioni contrastanti e per questo necessitano entrambi di essere assistiti da un avvocato. Una separazione giudiziale è perciò una vera e propria causa. La separazione consensuale, invece, termina entro 6/9 settimane dal deposito della richiesta e richiede un’attività che può essere prevista con buona certezza prima dell’inizio del percorso processuale. Anche il costo può quindi essere preventivato e, quando si usa lo stesso avvocato senza particolari complessità da affrontare, si parte di media da € 1,500/2.000 oltre a IVA, se dovuta. La separazione giudiziale può invece durare anni. Questo significa che i costi saranno piuttosto consistenti ed è impossibile quantificarli in anticipo con certezza.

La separazione consensuale fai da te

La separazione consensuale può essere gestita e proposta dai soli coniugi in molti tribunali italiani ma non in tutti. Può accadere, infatti, che la prassi di alcuni uffici giudiziari non consenta il deposito e la presenza dei coniugi senza l’assistenza di un patrocinio tecnico da parte di un avvocato iscritto all’ordine. Ma, sia che si possa fare da soli o meno, bisogna ricordare che la ‘separazione fai da te‘ comporta due rischi: il primo di natura psicologica, l’altro di natura economica. Nel primo caso la parte più debole emotivamente corre il rischio di essere prevaricata da quella più forte e, purtroppo, quando non vi è l’incarico formale ad un un unico legale per entrambi i coniugi, accade che il più scaltro dei due si faccia assistere da un tecnico per consentire la preparazione di un progetto di separazione a se favorevole, magari mimetizzandolo con termini o giri di parole poco chiari per i non addetti ma chiarissimi un domani per i giudici. Senza l’aiuto di un professionista il rischio di pagare troppo o non avere niente aumenta così in modo esponenziale ed ha un peso incalcolabile: bisogna infatti ricordare che gli effetti di una separazione durano poi almeno tre anni, ma a volte si estendono per decenni.

Il divorzio fai da te

Le coppie che concordemente decidono di affrontare il divorzio, ma non sono in grado di sostenere le spese per affrontarlo possono ricorrere al gratuito patrocinio, che garantisce l’esercizio del diritto di difesa con l’accesso ad un avvocato abilitato iscritto nelle liste per il patrocinio a spese dello stato. Cioè la coppia sceglierà un legale, ma lo pagherà lo stato presentando la idonea documentazione. Per essere ammessi al Patrocinio gratuito a spese dello Stato, è necessario essere titolari di un reddito annuo imponibile, risultante dall’ultima dichiarazione, non superiore a euro 10.628,16. Istruzioni dettagliate a questo proposito si possono trovare sul sito http://www.avvocatogratis.com da cui è anche possibile scaricare la ‘Guida Breve all’Accesso al Gratuito Patrocinio‘ che contiene le risposte alle domande più frequenti.

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