Si chiama Good Shop ed è uno dei tanti progetti di COOPI volti a migliorare le condizioni di vita di chi è meno fortunato di noi. Il progetto nasce dall’incontro fra la moda e la solidarietà, capi di abbigliamento e prodotti vintage che vengono donati a COOPI e rivenduti poi proprio nel Good Shop con il costante obiettivo di raccogliere fondi da destinare alle varie iniziative dell’associazione. Abbiamo intervistato Ingrid Tamborin , di COOPI, per capire in cosa consiste il Good Shop e come poter essere parte attiva del progetto.
In cosa consiste l’iniziativa the Good Shop e a chi è diretta?
Il Good Shop è un il nostro negozio solidale dove si trovano articoli di artigianato etnico, capi di abbigliamento firmati sottocosto ( donati a COOPI dalle grandi case di moda) e prodotti vintage. L’iniziativa è nata in concomitanza con l’emergenza di Haiti, quando abbiamo rivolto un appello a tutte le aziende di moda per donare capi di vecchie collezioni con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare all’emergenza. Questa è stata la nascita della nostra iniziativa, dopo una serie di aperture temporanee, vista anche la grande adesione delle aziende, abbiamo deciso di aprire il nostro punto vendita in via permanente da ottobre scorso in via Signorelli 1.
Attualmente collaboriamo con le maison di moda, ma anche negozi di artigianato del sud del mondo di COOPI. E’ importante sottolineare che Good Shop non è però solo un charity shop ma anche un luogo di incontri ed eventi dove ci sono i nostri volontari e dove viene dato spazio a tante collaborazioni che abbiano una mission simile alla nostra.
C’è attualmente un’emergenza particolare a cui vengono devoluti i fondi raccolti con il Good Shop?
No, quando le aperture erano temporanee ci rivolgevamo ad un’iniziativa contestualizzata ma da quando ha aperto in via permanente i fondi raccolti vengono devoluti ai vari progetti dell’associazione.
Quali progetti sono stati portati a termine grazie alla raccolta di questi fondi?
Come già detto la prima raccolta fondi è stata per Haiti vista la grossa emergenza che la situazione richiedeva, poi ci siamo rivolti maggiormente ad altri progetti legati alle donne e ai loro diritti. Attualmente in corso è per esempio: D come sviluppo in Sierra Leone, rivolto all’alfabetizzazione delle donne e alla promozione dei loro diritti. La situazione in Sierra Leone è nettamente migliorata grazie all’intervento di COOPI, attualmente molte donne a cui è stato dato un sostegno all’inizio sono diventate loro stesse delle attiviste attente e consapevoli. Abbiamo anche aperto una sartoria in Senegal che ha dato uno spazio alle mamme di tutti quei bambini di cui ci occupiamo tramite il sostegno a distanza.
Si può dire che nonostante l’implementazione che è assolutamente necessaria i risultati ottenuti fin ora possono considerarsi soddisfacenti. Naturalmente, c’è stata una prima fase di implementazione del progetto che, come avevamo previsto, è stata più “lenta” ma in generale siamo soddisfatti dei risultati ottenuti fin ora.
Com’è possibile partecipare attivamente?
Privati e aziende possono fare donazioni di merce da mettere in vendita in negozio. Comunque tutti possono proporci eventi o collaborazioni e in generale è possibile sostenere COOPI donando fondi e/o diventando un volontario.