New York e Parigi al servizio di Catherine Malandrino

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Catherine Malandrino, designer nata a Grenoble in Francia, lavora tra New York City e Parigi, sostiene una miriade di associazioni di beneficenza locali e nazionali, sia da un punto di vista personale che aziendale. Arrivata sulla scena della moda con l’idea di fondere il fascino e l’eleganza di Parigi con l’energia di Manhattan, la Malandrino è considerata un vero e proprio talento per la maestria unica con il quale adopera i colori e la sartoria in maniera innovativa, trasmettendo una femminilità senza tempo e una gioia di vivere, tra l’altro tra i valori di vita di Catherine, che infonde con uno spirito giovane.

‘Gli dei del tempo sorridono a Catherine Malandrino’: è stata questa l’affermazione più ricorrente dei presenti alla sfilata della stilista, poichè il mal tempo regnante per l’intera giornata è scomparso pochi minuti prima della sua presentazione alla Grand Promenade, davanti al Lincoln Center’s Avery Fisher Hall di New York City. Le sue modelle hanno battuto abbastanza i denti per l’aria fresca che tirava dopo pioggia e tuoni, ma almeno erano tutte asciutte. Tuttavia la Malandrino aveva previsto un piano B in caso di pioggia, ovvero ombrelloni per tutti!, poichè, come da lei affermato, ‘La pioggia è una parte della vita‘. Ispirata da un raro pezzo di ceramica del francese Roger Capron, ceramista incontrato nel sud della Francia nella scorsa estate, la collezione primavera estate 2011 di Malandrino è un tripudio di artigianato e attenzione verso la sartoria. Macramè decorato, scollature, T-shirt traforate e sexy, abiti lunghi che quasi coprono i piedi ostacolando il cammino, patchwork di diversi tessuti e look, giubbotti bomber, sandali dallo stile grintoso, top in seta ricamata, medaglioni montati su giacche bolero, tute drappeggiate, tinte acquerello, stampe colorate, collane simili a talismani, di enormi dimensioni con grossi pezzi di quarzo e cuio, sono gli elementi simbolo della nuova linea eclettica firmata Malandrino.

La sua donna è acerba, a tratti indigena, quasi provenisse da un altro modo, ma entusiasta di mettersi in mostra. Effetto vedo non vedo, trasparenze e trafori che colpiscono e contrastano contro la classicità di bluse larghe e pantaloni a zampa di elefante o a pinocchietto, dal taglio semplice e compatto. Colpiscono in un primo momento le tonalità neutri, come nero, bianco e sabbia, per poi lasciare spazio alla fusione di colori caldi come fucsia, rosso e arancio. Blu, antracite e rosa pastello caratterizzano gli abiti che sembrano essere scontratisi contro la tavolozza di colori di Monet. Affascinanti sono in particolare i maxi cafkani bianchi semi trasparenti abbinati a capelli in paglia a tesa larga, perfetti per l’estate.

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