Una produzione che non va mai al di là delle apparenze, identificata nelle buone maniere, nel bon ton dei proprietari di barche o dei soci degli illustri circoli in cui si intrattengono i rappresentanti dell’alta borghesia americana. Capi di abbigliamento destinati a ripetersi nel tempo.
Ciò che cambia nel mondo della moda, così come lo conosciamo è il contesto. La cultura e la società sono gli spunti principali per una collezione e Tommy Hilfiger con i suoi maglioni colorati con logo (bandiera bianca e rossa) sul petto e pantaloni dal taglio classico va decisamente controtendenza, basando il suo stile su caratteristiche primarie che dal 1990 lo rendono lo stilista a cui tutti riescono ad affidarsi, anche se per molti anni è stato sottovalutato.
Secondo di 9 figli, lo stilista è cresciuto in una famiglia appartenente alla classe operaia nei sobborghi di New York. Alla fine degli anni ’60 apre la sua prima attività assieme a due amici di scuola: un negozio chiamato People’s Place situato in uno scantinato affittato per 50 dollari al mese. Peccato però che dopo avere cercato di vendere di tutto, da bottoni a dischi, dopo 24 ore dovette presentare già istanza di fallimento. La sua carriera riprese a metà degli anni ’80 e quando il suo nome apparve su uno dei tabelloni di Times Square fu la conferma che la sua fama stava decisamente crescendo. Messo alla pari di Ralph Lauren, Calvin Klein e Perry Ellis oggi Tommy Hilfiger è uno degli stilisti statunitensi più stimati.
Alla recente New York Fashion Week 2011 Mr. Hilfiger ha festeggiato 25 anni di moda portando avanti la sua idea di ottimismo e forse anche di perbenismo attraverso gonne a pieghe e pantaloncini svasati, cappelli vivaci e tonalità splendenti come giallo sole, rosso, bianco e blu. Abiti dalla lunghezza media o lughi fino alla caviglia ideali da indossare in spiaggia. Per gli uomini la linea scelta è prevalentemente quello da Country Club. Pantaloni, scarpe e borse abbinati con cura e con colori che variano dal blu al rosso, richiamando il marchio ufficiale e lo stile cittadino degli anni ’50. Nella stagione primavera – estate 2011 vedremo vestiti non più ragionati in termini di esclusività ma anzi realizzati pensando ad una clientela unica, senza estromissione di razza, di origine o di classe. Con più di 1000 punti vendita in India e 65 sparsi per il mondo, Tommy Hilfiger non si sarebbe mai aspettato che da un piccolo investimento del 1985 assieme al progettista indiano Mohan Murjani sarebbe invece nato il suo grande impero, tanto che a sostegno dei marchi americani emergenti il designer ha creato l’iniziativa Denim Live con sede ad Amsterdam, Bruxelles e Berlino.