L’aracnofobia è uno dei disturbi legati alla psicologia, più diffusi e che può colpire a qualsiasi età. Tradotto è la paura dei ragni e le cause possono essere varie e solitamente sono individuali. La cura normalmente consiste nella psicoterapia fatta con uno specialista che permette anche in sole 10 sedute di eliminare questa che è una delle fobie più comuni e che in alcuni casi può essere molto invalidante, incidendo negativamente sulla qualità della vita e quindi sul benessere dell’individuo che ne soffre. L’aracnofobia ha origini antiche e pare che le donne ne vengano colpite maggiormente proprio per una questione genetica, legata ad un istinto innato del pericolo e della sopravvivenza. Vediamo di seguito quali sono di solito le cause e la cura per l’aracnofobia.
La parola aracnofobia deriva dall’unione di due termini della lingua greca: arachnè, che significa ragno, e phòbos e cioè fobia. Quindi la paura dei ragni è un disturbo che come dicevamo colpisce di più le donne degli uomini e una delle cause, che comunque sono generalmente individuali, possono essere i geni. Uno studio condotto da David Rakison, psicologo comportamentale americano, ha messo in evidenza come le donne che sono più soggette a soffrire di aracnofobia degli uomini, portino con loro una paura di tipo evolutiva e genetica che in epoche lontane permetteva loro di sfuggire ai morsi di ragni velenosi, presevando così la loro sopravvivenza. Quindi sarebbe un meccanismo di difesa, antico ed innato che si è tramandato fino ai giorni nostri.
Per combattere l’aracnofobia la cura migliore è quella di seguire una breve psicoterapia cognitivo comportamentale che aiuta il paziente ad avvicinarsi gradualmente alla fonte della sua paura e infine ad affrontarla e superarla. Il metodo dell’esposizione graduale permette, attraverso l’uso di foto dettagliate degli aracnidi in questione di far prendere al paziente confidenza con queste immagini che tanto lo spaventano. Gli psicologi comunque chiariscono che l’aracnofobia è una paura facilmente superabile, soprattutto attraverso la strategia dell’ esposizione graduale, che dovrebbe dopo un po’ di tempo, riuscire a sconfiggere i sintomi e cioè il panico il terrore e la paralisi che i soggetti provano quando si trovano davanti ad un ragno.