Centenari: conta il carattere, non soltanto la salute. Una ricerca confermerebbe ciò che in molti abbiamo pensato, ossia che sarebbe uno specifico tratto della personalità a diventare un elisir di lunga vita. Una ricerca confermerebbe che i fattori psicologici sono rilevanti quanto i dati biologici: adattabilità, vigore ed entusiasmo permetterebbe di superare con energia gli acciacchi e non abbattersi di fronte alle difficoltà. I centenari spesso sono grandi vecchi, colmi di storie, passione ed un’inestinguibile fiamma di vitalità: hanno di frequente avuto vite complicate e ricche di gioie quanto intensi dolori eppure, più che da una particolare dieta o norme di vita, sono stati salvati da buon umore e forza di carattere.
Un gruppo di ricercatori americani appartenenti all’Università della Georgia ha valutato che per aspirare a una lunga esistenza essenziale è la capacità di sapersi adattare agli eventi e alle occasioni di stress che inevitabilmente si incontreranno lungo il cammino dell’esistenza.
I ricercatori hanno condotto i loro studi su 244 centenari, seguiti dal 2001 al 2009, dei quali sono state valutate le condizioni di salute fisica e mentale, nonché la storia personale e lo stato emotivo presente.
‘Grande importanza nella storia di questi anziani ha avuto la capacità di fronteggiare gli eventi negativi della vita, grazie a una pronta capacità di adattamento insita nella loro personalità’ ha spiegato Poon. I ricercatori si sono stupiti nel constatare che nei centenari emergeva una personalità forte e vigorosa, la capacità di valutare il proprio stato di salute in maniera positiva.
Il processo di invecchiamento sembra così aver riscontrato i positivi effetti di un allenamento al benessere vissuto in maniera essenzialmente positiva: la maggior parte dei centenari intervistati si definiva felice, tanto quanto lo era stata da giovane, mentre il carattere sembrava distinguersi come rigoroso ed entusiasta, lontano da situazioni nevrotiche e al tempo stesso criticamente aperto.
Lo studio, che di recente è stato pubblicato di recente sulla rivista Current Gerontology and Geriatrics Research, ha analizzato una serie di fattori psicologici e sociali allo scopo di dimostrare quanto essi possano avere una conseguenza significativa sulla longevità.
Dopo il caso di Vilcabamba, paese dell’Ecuadori con i centenari più vecchi al mondo e da anni nel mirino della scienza, bisogna dire che anche la Georgia, dove lo studio è stato effettuato, gode di una posizione privilegiata in questo campo, tanto che dal 1988 che, nell’ambito del Georgia Centenarian Study, vengono dati di ogni tipo sui centenari, che qui sembrano raggiungere elisir di giovinezza del tutto particolari.
‘Concentrarsi solo sugli aspetti legati alla salute porta a trascurare altri importanti fattori psicosociali, quali gli eventi della vita, la personalità, la capacità di affrontare le avversità‘ ha affermato il team americano.
‘Uno dei tratti distintivi dei centenari è la coscienziosità, la tendenza innata a prestare attenzione al proprio corpo e ad affrontare in modo sistematico e metodico gli stress di qualsiasi natura’ spiega Claudio Franceschi, docente di immunologia dell’Università di Bologna da anni impegnato in numerosi studi sui centenari.
Proprio il prossimo febbraio partirà un progetto europeo che coinvolgerà anche Claudio Franceschi, responsabile per la parte immunologica. Tale indagine avrà lo scopo di valutare gli effetti sulla longevità futura degli eventi precoci nella vita di un individuo, non soltanto durante i primi anni dell’infanzia, ma fin dai nove mesi della gestazione.
Ridere e non smettere di correre incontro alla propria storia con entusiasmo ed energia prendono parte a una ricetta che sarebbe bene iniziare a seguire giorno per giorno, nell’intramontabile percorso di vita che chiama l’essere umano a diventare parte di un cosmo vibrante di vita.