I farmaci generici fanno ormai parte della nostra quotidianità, al vantaggio di un costo più contenuto. I pazienti, però, accettano questo trattamento “sostitutivo” solo se riconoscono tali preparati come del tutto equivalenti, per proprietà ed efficacia a quelli cosiddetti “di marca”. Può accadere, però, che questo non avvenga e che, specie quando la sostituzione col farmaco generico avviene in corso di cura e i pazienti hanno già familiarizzato col brand, si verifichi una scarsa aderenza alla terapia. In altre parole, il farmaco brand, in termini di rispetto della cura da parte del paziente, può essere molto più efficace di quello equivalente.
L’importanza dell’aderenza alla terapia
Il prof. Claudio Borghi, Ordinario di Medicina Interna al Sant’Orsola Malpighi di Bologna, sottolinea anzitutto l’importanza dell’aderenza alla terapia, in particolare per le malattie a carico del cuore e dei vasi sanguigni: “In generale la prevenzione e il trattamento delle patologie cardiovascolari si basa sull’uso di sostanze efficaci in grado di prevenire lo sviluppo di queste condizioni. E’ altrettanto vero che la probabilità che un farmaco sia in grado di esercitare questo tipo di prevenzione dipende dalla assunzione costante da parte del paziente.” In altre parole, solo un’assunzione continuativa e in linea con le indicazioni terapeutiche suggerite dal medico consente di ottenere gli effetti curativi e preventivi desiderati. E questo vale non solo per le malattie cardiovascolari, ma per qualsiasi patologia.
Con i farmaci generici si riduce l’aderenza alla terapia?
Chiarita l’importanza dell’aderenza totale alla terapia si è anche evidenziato che sono spesso le caratteristiche estetiche del farmaco a garantirla effettivamente e pienamente. Infatti, come ha spiegato il prof. Borghi: “La maggior parte dei pazienti non è in grado di riconoscere le caratteristiche dei farmaci dal punto di vista chimico, perché si tratta di un aspetto tecnico. Molti dei nostri pazienti quando interrogati dicono che stanno prendendo una pillola bianca, una pillola gialla o rossa e ricordano perciò le caratteristiche della scatola, il colore e il carattere con cui è scritto il nome del farmaco.” In pratica, i pazienti tendono a seguire più attentamente la terapia con un farmaco che riconoscono e di cui si fidano. Di contro, col generico, si corre il rischio di ottenere una minore fiducia nella cura da parte del paziente e quindi, al limite, anche una non costante assunzione del farmaco. Questo avviene soprattutto quando l’equivalente viene introdotto in corso di cura, cioè dopo che il paziente ha già familiarizzato col brand. I farmaci equivalenti, quindi, anche se più convenienti da un punto di vista economico, possono non esserlo in termini di effetti benefici sulla salute del paziente, proprio perché possono provocare una riduzione nell’aderenza alla terapia.
Contenuto di informazione pubblicitaria